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Questo articolo è stato pubblicato il 24 dicembre 2010 alle ore 14:55.
Pier Ferdinando Casini respinge le profferte che giungono nei confronti dell'Udc sia da sinistra sia da destra. Casini risponde sia alla proposta di Silvio Berlusconi per un tavolo di dialogo sia a quella del segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, per una «alleanza costituzionale» auspicando semmai «convergenze» fra maggioranza e opposizione sulle riforme che servono al paese, ma soltanto in Parlamento dove ognuno dovrebbe restare dov'è. L'obiettivo dell'Udc - spiega il leader dei centristi - ma anche delle altre forze del Polo degli Italiani «che abbiamo costituito» è una cosa netta: «Un confronto in Parlamento, non diciamo né si né no a un tavolo, constatiamo che il tavolo c'è già ed è la via maestra, quella del Parlamento su cui porre i provvedimenti seri che servono al Paese e ciascuno poi si assumerà le sue responsabilità».
«Ciascuno rimane dov'è, maggioranza e opposizione»
A proposito della proposta del leader del Pd, Bersani, di un'alleanza costituzionale con il Terzo polo, Casini dice: «E' un'idea che nasce sul concetto di una possibile emergenza, ma io mi auguro che assieme si possa scongiurare una simile emergenza e che questo paese che ha ancora due anni di legislatura possa trovare delle nuove convergenze: ho fatto l'esempio americano - sottolinea - che non è banale». In America, aggiunge, «i democratici collaborano con i repubblicani che sono all'opposizioni ed hanno varato riforme fiscali atti parlamentari importantissimi su cui Obama si era arenato». E dunque, si chiede il leader centrista, «perché non seguire la stessa strada? Perché non chiamare le forze di responsabilità a un impegno convergente?». Fermo restando, conclude Casini, che «ciascuno rimane dov'è, maggioranza e opposizione».