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Di Pietro: l'Idv è un partito trasparente

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Questo articolo è stato pubblicato il 24 dicembre 2010 alle ore 12:24.

Antonio Di Pietro dal suo blog prende posizione sul dibattito innescato dalla lettera appello degli europarlamentari dell'Idv, Luigi De Magistris, Sonia Alfano e Giulio Cavalli, che hanno denunciato una «questione morale» nel partito, dopo le vicende Scilipoti e Razzi, i parlamentari usciti dal partito che hanno votato la fiducia a Berlusconi lo scorso 14 dicembre. «Da qualche parte - dice Di Pietro nel videomessaggio sul suo blog - si parla della questione morale ed etica all'interno dell'Italia dei Valori. Voglio rassicurare tutti sul fatto che c'è un impegno preciso del partito per una militanza trasparente del quale parleremo in un esecutivo nazionale a gennaio. Posso invece garantire sulla correttezza dei dirigenti del partito rispetto al passato e per oggi. Lo faccio alla maniera mia più consona: pubblicando gli atti ufficiali, in modo che tutti possano leggere e diffondere».

Sulle defezioni dall'Idv Di Pietro chiede alla procura di indagare
«Alcune persone ci hanno lasciato - dice il presidente dell'Idv - altre persone si sono dimostrate non all'altezza, a volte non all'altezza morale, della situazione, e noi le abbiamo anche espulse. Se dovessimo trovare altre situazioni poco chiare, provvederemo di conseguenza. Ma proprio questo deve dimostrare la nostra voglia di migliorarci ogni giorno: questo continuo interrogarci, questo sforzo fatto con umiltà per intervenire laddove c'è qualche situazione non convincente». Di Razzi e Scilipoti «che si sono comportati in modo indegno dopo dieci anni che stavano con noi» dice di essere «andato alla Procura della Repubblica, non ho fatto finta di niente, mi sono assunto le mie responsabilità politiche e ho chiesto alla Procura della Repubblica di valutare le responsabilità giudiziarie».

Rimuovere le erbacce per far nascere erba buona
«Sulla questione morale - spiega Antonio Di Pietro - non v'è dubbio che un partito che nasce dal nulla, ho sempre detto come fiore spontaneo di campo, ogni tanto si trova costretto a vedere nel proprio campo qualche erbaccia cattiva. Il compito nostro è di rimuovere le erbacce e di far crescere l'erba buona. Per farlo ci vuole tempo, perseveranza, costanza, umiltà, determinazione, partecipazione». Voglio tranquillizzare «tutti sul fatto che, piano piano, l'acqua sta diventando pulita, e più l'acqua diventa pulita e limpida, più dobbiamo essere orgogliosi dell'Italia dei valori».

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Inammissibili le accuse di Occhetto e Veltri
Quanto alle vicende giudiziarie, Di Pietro ha detto «alcune delle grandi accuse che ci sono state fatte in questi anni soprattutto da Occhetto ed Elio Veltri. Una delle accuse che queste persone hanno cercato di portare avanti negli anni è che esisterebbero due realtà: associazione e partito, e che i fondi a nome del partito se li sarebbe presi un'associazione personale, gestita da me, mia moglie e la tesoriera del partito stesso. Oggi il gip di Roma, pronunciandosi definitivamente, per la quarta volta dice: "L'opposizione proposta da Elio Veltri e Occhetto è inammissibile, in quanto non rivestono la qualifica di parte lesa". Il giudice dice che non sono manco parte lesa, quindi non hanno diritto ad alcunchè. Dice ancora, la motivazione, che "non ci sono elementi a sostegno della prospettazione accusatoria, con riferimento ai reati configurabili, risultando del tutto ininfluente l'asserita distinzione di soggetti giuridici". Cioè non c'è un'influenza di soggetti giuridici diversi, associazione e partito».

Archiviato il procedimento sulle irregolarità dei rimborsi elettorali
Sull'irregolarità nella gestione dei rimborsi elettorali, «con adombrata illecita destinazione a fini personali, la gestione delle somme elargite dagli organi parlamentari risulta corretta e rispettosa delle prescrizioni di legge, non emergendo che i rendiconti presentati alla Camera siano stati oggetto di osservazione e tanto nonostante il controllo dei revisori all'uopo previsto. Per queste ragioni archivio il procedimento nei confronti sia di Antonio Di Pietro sia di tutti gli altri membri dell'esecutivo nazionale del partito"».

Opposizione vera quella dell'Idv
Di Pietro parla di calunnie e diffamazioni ricevute in questi anni. Chiede di far girare sulla rete il decreto di archiviazione, «per tacitare coloro che hanno utilizzato strumentalmente certe accuse per limitare la credibilità dell'Idv. In soldoni e in riassunto: il partito Italia dei valori è un partito che c'è, che sta facendo opposizione vera e concreta al governo Berlusconi, che si sta proponendo per un'alternativa al governo Berlusconi, che sta chiamando a raccolta gli altri partiti che vogliono assumersi la responsabilità di creare una coalizione, un programma, una leadership, perchè per il dopo Berlusconi bisogna offrire qualcosa al Paese. In questo senso abbiamo lanciato un appello al Pd e a Sel, ma lo lanciamo anche da qui ai movimenti e alle associazioni. Diciamo a tutti costoro: potete stare tranquilli perchè, come vedete, l'Idv se trova qualche mela marcia per strada la allontana».

Le critiche di Paolo Flores d'Arcais
Ma le critiche ad Antonio Di Pietro giungono anche da fuori del partito, da esponenti un tempo vicini al mondo dell'ex pm. Paolo Flores d'Arcais, per esempio, in un'intervista al Riformista di oggi intitolata «Di Pietro porta l'Idv al suicidio», a domanda: «C'è una questione morale nell'Idv?» risponde: «Sì. E a differenza di voi del Riformista guardo alla cosa con grande preoccupazione perché la crisi dell'Italia dei Valori indebolisce quel che resta della democrazia nel nostro paese». E di chi è la responsabilità di questa crisi? «La responsabilità è sempre di chi ha più peso, quindi nell'Idv è di Antonio Di Pietro».

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