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Questo articolo è stato pubblicato il 27 dicembre 2010 alle ore 09:23.
L'ex magnate russo del petrolio, Mikhail Khodorkovskij , 47 anni, è stato riconosciuto colpevole di appropriazione indebita e riciclaggio di denaro sporco nel secondo processo a suo carico a Mosca. Khodorkovsky e Platon Lebedev sono stati riconosciuti colpevoli di appropriazione indebita e riciclaggio per una somma pari a circa 100 milioni di dollari.
«La corte ha stabilito che Khodorkovsky e Lebedev e altri membri del gruppo criminale hanno usato il denaro di cui si erano indebitamente appropriati in gran parte per arricchirsi. Parte del denaro è stato investito in compagnie per l'estrazione del greggio e per il raffinamento per creare ulteriori malversazioni», ha detto in aula il giudice Victor Danilkin.
La corte ha poi stabilito che la Yukos ha siglato «finti accordi» con le sussidiarie «Yuganskneftegas, Samaraneftegas e Tomskneft per l'acquisto e la vendita di petrolio alla metà del prezzo di mercato».
I giudici hanno accusato Khodorkovsky e Lebedev dell'appropriazione indebita di 218 tonnellate di petrolio (per un valore stimato di 97,5 milioni di dollari). I due sono in carcere dal 2003, condannati per evasione fiscale, i termini di carcerazione sarebbero scaduti nel 2011. Ora dovranno passare altri sette anni in carcere.
La procedura di lettura della sentenza, in corso, durerà diversi giorni. La difesa, ha già annunciato, farà appello.
La storia
Arrestato nel 2003 per frode ed evasione fiscale, nel 2005 Khodorkovskij è stato condannato a otto anni di carcere in Siberia mentre la sua compagnia petrolifera, Yukos, veniva costretta alla bancarotta e smembrata, a vantaggio dello stato, sotto il peso di reclami per 30 miliardi di dollari. Nel momento in cui, scontata metà della condanna, Khodorkovskij è stato in grado di chiedere la libertà vigilata, un secondo processo lo ha riportato a Mosca, con nuove accuse di furto di 218 milioni di tonnellate di petrolio, tutto quanto Yukos ha prodotto tra il 1998 e il 2003. Accuse completamente assurde, sostiene la difesa, per l'uomo che aveva osato sfidare Vladimir Putin.