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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2011 alle ore 12:20.
Votando sì all'accordo di Mirafiori i lavoratori «hanno scelto di prendere in mano il loro destino, di assumersi la responsabilità di compiere una svolta storica e di diventare gli artefici di qualcosa di nuovo e di importante». L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, commenta così in una nota la vittoria dei sì al referendum di Mirafiori. «In un paese come l'Italia, che é sempre stato legato al passato e restio al cambiamento, e il referendum di ieri in parte lo ha dimostrato, la scelta di chi ha votato sì è stata lungimirante - aggiunge Marchionne -. Rappresenta la voglia di fare che si oppone alla rassegnazione del declino. Rappresenta il coraggio di compiere un passo avanti contro l'immobilismo di chi parla soltanto o aspetta che le cose succedano».
COMMENTO / Ora si può (anzi si deve) passare ai fatti (di Nino Ciravegna)
A Mirafiori vince il sì con il 54% dei voti. La lunga notte del referendum
DOCUMENTI 1 / Il testo integrale della dichiarazione di Marchionne
DOCUMENTI 2/ Il testo dell'accordo di Mirafiori
Ora i "no" prendano coscienza dell'accordo
Con la loro scelta nel referendum i lavoratori di Mirafiori «hanno dimostrato di avere fiducia in se stessi e nel loro futuro», hanno dimostrato «il coraggio di compiere un passo avanti contro l'immobilismo di chi parla soltanto o aspetta che le cose succedono». Quindi un messaggio a quanti hanno sostenuto il no all'intesa.«Mi auguro che le persone che hanno votato no, messe da parte le ideologie e i preconcetti prendano coscienza dell'importanza dell'accordo che salvaguarda le prospettive di tutti i lavoratori». Dicendo sì all'accordo, prosegue l'ad nella nota, i lavoratori «hanno chiuso la porta agli estremismi, che non portano a nulla se non al caos, e l'hanno aperta al futuro, al privilegio di trasformare Mirafiori in una fabbrica eccellente».
L'accordo non intacca i diritti dei lavoratori
L'accordo di Mirafiori, che ha avuto l'ok dai lavoratori dello stabilimento Fiat, ragiona ancora l'amministratore delegato, «e che è stato al centro di così tante polemiche, serve solo a far funzionare meglio la fabbrica, senza intaccare nessun diritto». Non penalizza i lavoratori in nessun modo, continua Marchionne, «e mantiene inalterate tutte le condizioni positive che sono previste non solo dal contratto collettivo ma anche da tutti i trattamenti che la Fiat nel tempo ha riconosciuto alle proprie persone».