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Marchionne sul voto alla Fiat: ha vinto il coraggio di chi vuol cambiare. Il testo della lettera

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2011 alle ore 12:20.

Votando sì all'accordo di Mirafiori i lavoratori «hanno scelto di prendere in mano il loro destino, di assumersi la responsabilità di compiere una svolta storica e di diventare gli artefici di qualcosa di nuovo e di importante». L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, commenta così in una nota la vittoria dei sì al referendum di Mirafiori. «In un paese come l'Italia, che é sempre stato legato al passato e restio al cambiamento, e il referendum di ieri in parte lo ha dimostrato, la scelta di chi ha votato sì è stata lungimirante - aggiunge Marchionne -. Rappresenta la voglia di fare che si oppone alla rassegnazione del declino. Rappresenta il coraggio di compiere un passo avanti contro l'immobilismo di chi parla soltanto o aspetta che le cose succedano».

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DOCUMENTI 1 / Il testo integrale della dichiarazione di Marchionne

DOCUMENTI 2/ Il testo dell'accordo di Mirafiori


Ora i "no" prendano coscienza dell'accordo

Con la loro scelta nel referendum i lavoratori di Mirafiori «hanno dimostrato di avere fiducia in se stessi e nel loro futuro», hanno dimostrato «il coraggio di compiere un passo avanti contro l'immobilismo di chi parla soltanto o aspetta che le cose succedono». Quindi un messaggio a quanti hanno sostenuto il no all'intesa.«Mi auguro che le persone che hanno votato no, messe da parte le ideologie e i preconcetti prendano coscienza dell'importanza dell'accordo che salvaguarda le prospettive di tutti i lavoratori». Dicendo sì all'accordo, prosegue l'ad nella nota, i lavoratori «hanno chiuso la porta agli estremismi, che non portano a nulla se non al caos, e l'hanno aperta al futuro, al privilegio di trasformare Mirafiori in una fabbrica eccellente».

L'accordo non intacca i diritti dei lavoratori
L'accordo di Mirafiori, che ha avuto l'ok dai lavoratori dello stabilimento Fiat, ragiona ancora l'amministratore delegato, «e che è stato al centro di così tante polemiche, serve solo a far funzionare meglio la fabbrica, senza intaccare nessun diritto». Non penalizza i lavoratori in nessun modo, continua Marchionne, «e mantiene inalterate tutte le condizioni positive che sono previste non solo dal contratto collettivo ma anche da tutti i trattamenti che la Fiat nel tempo ha riconosciuto alle proprie persone».

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Il piano per Mirafiori è molto ambizioso
Marchonne è poi tornato sul programma previsto per Mirafiori. «Il piano per questo stabilimento è molto ambizioso. La società che verrà costituita tra Fiat e Chrysler - osserva - ci permetterà di installare a Mirafiori una nuova piattaforma per costruire Suv di classe superiore, sia per il marchio Jeep sia per l'Alfa Romeo, da esportare in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti. Questo ci consentirà di raggiungere un livello di produzione molto elevato, fino a 280mila unità l'anno, aprendo anche la strada ad una possibile crescita dell'occupazione». (Ce.Do.))

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