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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2011 alle ore 08:08.
Parla, Ruby, parla. «Silvio mi ha detto: cerca di passare per pazza, racconta cazzate», rivela al telefono la giovane marocchina al suo ex fidanzato parrucchiere. Sono gli ultimi giorni di ottobre 2010: «Mi chiama di continuo, non siamo preoccupati. Mi dice: Ruby, ti dò quanti soldi vuoi, ti pago, ti metto tutto in oro, ma l'importante è che nascondi tutto. Non dire niente a nessuno». Alla madre del fidanzato confida di aver chiesto 5 milioni in cambio, «a confronto del macchiamento del mio nome...» perché, spiega, il suo caso «spaventa tutti», molto più dei «casi D'Addario e Letizia». Lo ripete ad altri interlocutori.
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E poi confida che anche lei chiama Silvo «Papi», come faceva Noemi Letizia; ma aggiunge: «Noemi è la pupilla, io sono il culo». Parla, Ruby. Ma parlano soprattutto le tante altre «giovani donne» ospiti dei festini: del «bunga bunga», della selezione delle "preferite" e dei regalini per tutte. Parlano attaccate al cellulare come fosse un'appendice del loro corpo, quello con cui si prostituivano «con Silvio Berlusconi, presso le sue residenze, dietro pagamento», scrive il Procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati nell'atto con cui chiede alla Camera il via libera alla perquisizione nell'ufficio di Giuseppe Spinelli, amministratore fidato del premier e "pagatore" delle ragazze. «Inconsapevole», Spinelli, che soldi e appartamenti dati in «comodato d'uso» servissero a retribuire «l'attività di prostituzione» di quelle giovani (tra cui Ruby, all'epoca minorenne) arruolate da Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora, indagati per «induzione alla prostituzione».
Attoniti, i componenti della Giunta per le autorizzazioni a procedere leggono le carte inviate da Milano. Alla richiesta di autorizzazione è allegato l'invito a comparire a Silvio Berlusconi, 390 pagine in cui sono raccolte le prove «evidenti» raccolte contro il premier, accusato di concussione e prostituzione minorile. I parlamentari del Pdl e della Lega non si vedono (le carte le hanno avute dai difensori del premier); in Giunta sfilano soltanto quelli dell'opposizione, 10 su 11: memorizzano, trascrivono, qualcosa riferiscono, commentano. «Sembra di essere immersi in un'atmosfera da basso impero» (Nino Lo Presti, Fli); «Si respira una nauseante aria da postribolo» (Pierluigi Mantini, Udc); «Un quadro agghiacciante di sfruttamento della prostituzione e di situazioni di difficoltà economico-sociale di molte giovani donne» (Donatella Ferranti, Pd); «A confronto di Berlusconi, Caligola era un moralista» (Federico Palomba, Idv).