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Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2011 alle ore 16:09.
Nonostante le flotte internazionali pattuglino senza soste l'Oceano Indiano e altre rotte a rischio i pirati possono considerare il 2010 come l'anno più ricco per le loro scorribande.
Secondo il Rapporto della Camera di Commercio Internazionale (ICC) e dell'International Maritime Bureau (IMB) reso noto oggi a Londra, nel 2010 sono state 53 le navi sequestrate e 1.181 i marinai catturati in tutto il mondo (guarda la mappa).
Il numero degli attacchi dei pirati contro le navi commerciali è aumentato esponenzialmente negli ultimi quattro anni. Solo nel 2010 sono stati segnalati 445 attacchi, con un incremento del dieci per cento rispetto al 2009. Nel 2006 sono stati presi in ostaggio 188 membri dell'equipaggio, cresciuti a 1.050 nel 2009 fino ad arrivare alla cifra record di 1.181 dell'anno appena concluso. «Queste cifre sono le più alte che abbiamo mai visto», ha dichiarato il capitano Pottengal Mukundan, direttore della IMB Piracy Reporting Centre, istituto nel 1991 a Kuala Lumpur per monitorare la pirateria mondiale.
I pirati somali sono responsabili del 92 per cento dei sequestri. Al 31 dicembre 2010 erano 28 le navi e 638 gli ostaggi detenuti a scopo di riscatto dai pirati somali che hanno allargato notevolmente il proprio raggio d'azione raggiungendo a sud il Canale di Mozambico e ad est il 72° parallelo dell'Oceano Indiano. In aumento anche l'impiego di navi sequestrate come navi madre (otto tra cargo e pescherecci d'altura) per allungare il raggio d'azione delle bande di pirati che il 14 gennaio hanno sequestrato i sei uomini di equipaggio del cargo danese Leopard, assaltato nel Golfo di Aden e poi abbandonato. Una nave da guerra turca della missione anti-pirateria della Nato ha preso il controllo del cargo ma non c'era nessuno a bordo.
Per contrastare con efficacia i pirati è necessario, secondo il capitano Mukundan, puntare su impianti e infrastrutture sulla costa somala. «È vitale che i governi e le Nazioni Unite dedichino risorse allo sviluppo di strutture amministrative utili ad impedire ai criminali di sfruttare il vuoto lasciato da anni dall'assenza di un governo locale. Tutte le misure adottate in mare per limitare le attività dei pirati sono indebolite dalla mancanza di un'autorità responsabile in Somalia, luogo da dove i pirati iniziano i loro viaggi e tornare con le navi dirottate».