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Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2011 alle ore 18:18.
Il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, difende le toghe dalle accuse di Silvio Berlusconi. «Usare espressioni come sovvertimento dell'ordine democratico è tanto grave quanto infondato». Il numero due dell'organo di autogoverno delle toghe ricorda che proprio oggi pomeriggio il plenum si esprimerà su una pratica a tutela del pm milanese Fabio De Pasquale, attaccato dal presidente del Consiglio: «In questo contesto - dice - si possono far valere le buone ragioni che sconsigliano ogni iniziativa di delegittimazione dell'ordine giudiziario che è presidio della legalità nel nostro Paese».
Noi non vogliamo scontri con nessuno
Nessun commento, invece, circa la decisione di Berlusconi di non presentarsi davanti ai pm milanesi. «Questo è un problema di Berlusconi e dei suoi avvocati». Il vicepresidente del Csm nega poi che ci sia uno scontro tra il premier e la magistratura. «Noi non vogliamo fare nessuno scontro con nessuno. La magistratura risponde con le regole che il Csm si è dato».
Vietti al plenum: discutiamo con pacatezza
In mattinata Vietti aveva inviato una nota a tutti i consiglieri di palazzo dei Marescialli chiedendo di avere «un approccio pacato» nella discussione sulla pratica a tutela del pm di Milano De Pasquale, accusa al processo Mills. Ci sia la «consapevolezza - aveva scritto Vietti prima dell'inizio della riunione del plenum dedicata al caso - del momento di forte tensione politico-istituzionale che il paese sta vivendo, che non ha certo bisogno di essere ulteriormente alimentata ma semmai stemperata».
Rinviato il voto sulla tutela del pm del caso Mills
Il Csm ha rinviato a domani mattina il voto sulla pratica a tutela del pm De Pasquale, nella quale si accusa il premier Silvio Berlusconi di aver «denigrato» l'intera magistratura attaccando il magistrato del processo Mills lo scorso ottobre. Esaurita la discussione sul caso, l'assenza dei cinque consiglieri laici del Pdl - che per protesta hanno abbandonato i lavori del plenum - ha reso impossibile il voto sulla delibera della Commissione. Domani mattina, quindi, Vietti riaprirà la seduta e in quell'occasione si verificherà l'esistenza o meno del numero legale che consente l'approvazione del documento. Nel caso in cui si dovesse nuovamente verificare un braccio di ferro da parte dei rappresentanti della maggioranza, il testo dovrà essere messo da parte. Ma già da ora i consiglieri togati di tutti i gruppi sono al lavoro per presentare una dichiarazione congiunta sul caso, che sottoporranno anche alla firma dei colleghi laici di centrosinistra.