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In Tunisia i ministri vicini a Ben Ali lasciano il partito. Il raìs telefona al premier: voglio tornare

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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2011 alle ore 11:52.

La rottura con il passato e tutto ciò che ricorda Ben Ali. Oggi durante la prima riunione governo di transizione Tunisi tutti i ministri del governo di transizione tunisino membri del partito dell'ex presidente Ben Ali, il Rassemblement constitutionnel démocratique (RCD), si sono dimessi dal partito. L'Agenzia di stampa tunisina Tap indica che i ministri Rcd del governo «hanno lasciato le loro responsabilità in seno al partito», come aveva fatto martedì il presidente ad interim Foued Mebazaa e il capo del governo di transizione Mohammed Ghannouchi....

Otto ministri implicati con il vecchio regime
I tunisini, che ieri hanno nuovamente manifestato in massa per le strade della capitale, contestano aspramente la presenza di otto membri dell'ex governo di Ben Ali nel governo di transizione, in seno al quale occupano i posti chiave: Interni, Difesa, Esteri e Finanze....

Dal nuovo governo un'aministia generale
Il governo di transizione, indebolito dalle dimissioni di quattro ministri espressione dell'opposizione, si riunisce oggi per il primo Consiglio dei ministri, nel cui ordine del giorno figurano innanzitutto il progetto di amnistia generale e in secondo luogo l'applicazione del principio di separazione fra lo Stato e l'Rdc, il partito al potere durante il regime del presidente deposto Ben Ali, di cui alcuni reclamano la completa abolizione....

Gli avvocati bruciano la sede del partito a Monastir
Ieri la sede di Monastir del Rcd, il partito dell'ex presidente Ben Ali, a Monastir, è stata incendiata nel corso di una manifestazione promossa da avvocati della città che chiedevano lo scioglimento del partito. Secondo un testimone oculare la polizia, che seguiva la manifestazione, non è intervenuta....

Ben Ali telefona: voglio tornare
Mentre il nuovo governo di unità nazionale fatica a partire, si è appreso che l'ex presidente e deposto padrone della Tunisia, Ben Ali, vorrebbe tornare in patria. Ma il premier Mohammad Ghannouchi, in una drammatica telefonata, gli ha detto chiaro che un suo ritorno è ormai «impossibile» e che deve quindi restare in 'esilio' in Arabia Saudita dove è riparato la settimana scorsa. ...

Una farsa al telefono
Lo scontro telefonico fra il primo ministro e Zine el Abidine Ben Ali è stato rivelato da un ministro che ha fornito un particolare farsesco: pur di parlare con Ghannouchi, che evidentemente si era già fatto negare più volte o almeno non voleva parlare col suo ex capo di cui era considerato fedelissimo, l'ex onnipotente tunisino si è abbassato a farsi annunciare sotto falso nome (quello di un tal «emiro Ahmed»). «Quando Ghannouchi ha risposto si è trovato in linea Ben Ali», ha riferito il neo-ministro per lo Sviluppo regionale Najib Chebbi. «Ben Ali - ha riferito ancora il ministro - ha detto che sta pensando di tornare in Tunisia ma Ghannouchi gli ha replicato: "è escluso, è impossibile"». ...

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Tags Correlati: Ben Ali Abidine | Consiglio dei Ministri | Ennahda | Leila Trabelsi | Ministero dell'Interno | Mohammad Ghannouchi | Mohammed Ghannouchi | Monastir | Najib Chebbi | Rached Ghannouchi | Rcd | Rdc | Svizzera | Tunisi

 

Tutti i prigionieri politici liberati
La telefonata è stata rivelata dopo una giornata di mediazioni fallite per far rientrare i quattro ministri dimissionari ma anche di segnali forti lanciati per marcare una cesura col passato regime. Il presidente ad interim Foued Mebazaa si è impegnato, in un solenne discorso in tv, a compiere una «rottura totale con il passato» e ha annunciato l'arresto degli «uomini dietro le violenze dei giorni scorsi». Tutti i prigionieri politici sono stati liberati, è stato annunciato, compresi gli attivisti dell'Ennahda, il movimento integralista islamico guidato da Rached Ghannouchi. Anche se quest'ultimo, da anni a Londra dopo una condanna all'ergastolo, dovrà attendere un'amnistia varata dal Parlamento per rientrare nel Paese.

Arrestati 33 membri del clan di Ben Ali
In serata la tv ha poi reso noto che 33 membri del clan di Ben Ali sono stati arrestati per «crimini contro la Tunisia» e ha mostrato oro e gioielli sequestrati. Dopo il tracollo politico e la fuga, per Ben Ali e la sua famiglia arrivano i guai giudiziari ed economici. Un'inchiesta è stata aperta per acquisizione illegale di beni, investimenti finanziari illeciti all'estero ed esportazione illegale di valuta. Un'accusa che riguarderebbe soprattutto i parenti della moglie di Ben Ali, Leila Trabelsi.

La Svizzera blocca i conti del generale
Non solo, la Svizzera ha deciso di bloccare eventuali fondi illegali del deposto presidente, mentre il ministro degli esteri italiano Franco Frattini giudica opportuna un'iniziativa europea per congelare i beni all'estero. La Banca Centrale della Tunisia, si è appreso oggi, aveva bloccato nei giorni scorsi le carte bancarie internazionali dei tunisini, per impedire illegali trasferimenti all'estero di denaro da parte del clan di Ben Ali.

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