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Veltroni: Berlusconi si dimetta. Casini: il governo è impegnato solo a difendere il premier dai bunga bunga

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2011 alle ore 11:19.

Istituire per il 10% più ricca della popolazione italiana un «contributo straordinario per tre anni per far scendere il debito pubblico» all'80 per cento. È la proposta di Walter Veltroni fatta durante la Convention di Movimento democratico al Lingotto. Veltroni ha ricordato la tassa per l'Europa messa da Prodi nel 1996 per far entrare l'Italia nell'euro. «Tutti compresero che era necessaria, doverosa, utile. Un governo autorevole, credibile, potrebbe ripetere, in altri termini, il miracolo compiuto dal governo dell'Ulivo».

Tre condizioni perché il Pd diventi primo partito d'Italia
«Dobbiamo dirci la verità - ha detto Veltroni - oggi gli italiani non credono ancora che da noi, dal nostro partito, dal Pd, e più in generale dal centrosinistra possa giungere la risposta ai loro problemi, ai problemi del Paese». Si basa su 3 punti la ricetta di Veltroni per un Pd che «sappia proporre agli italiani una visione del futuro, un progetto coraggioso di cambiamento e una proposta di governo autorevole, credibile e affidabile». Per Veltroni il Pd «può tornare a crescere e a riconquistare le menti e i cuori degli italiani. Fino a rendere realistico l'obiettivo di diventare primo partito del Paese».

Contro la precarietà un diritto unico del lavoro
Una delle proposte lanciate da Veltroni è quella di superare il contrasto tra contratti a tempo determinato e contratti a tempo indeterminato adottando «un diritto unico del lavoro». «In quasi tutti i settori produttivi - ha detto Veltroni - oggi possono esistere aziende importanti con pochissimi lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato e e una enorme massa di lavoratori di serie B, C e D». Insomma oggi non bastano «proposte di ordinaria manutenzione del nostro diritto del lavoro, magari accompagnate da un immediato, forte aumento dei contributi previdenziali». «Bisogna puntare risolutamente al bersaglio grosso, ora, subito». «Questo è il tempo - ha aggiunto - di una battaglia per l'adozione di un "diritto unico al lavoro", che possa applicarsi a tutti senza compromettere la competitività delle nostre imprese».

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Nuovo esecutivo con tutte le forze parlamentari
Veltroni ha ribadito di condividere la linea del Pd per uscire dalla crisi del governo Berlusconi e la rilancia: «Un nuovo governo, non un ribaltone, che comprenda tutte le forze parlamentari, con un premier che sappia garantire un clima istituzionale nuovo. Un governo che si proponga di rasserenare la situazione, fronteggi le emergenze sociali e finanziarie, riformi immediatamente la orrenda legge elettorale». Un nuovo governo che faccia alcune
riforme, tra cui il federalismo; in alternativa sono preferibili le elezioni che sarebbero comunque meglio della «livida prosecuzione» del governo Berlusconi.

Via il finanziamento a chi candida mafiosi
«Se una forza politica - ha detto Veltroni - candida un condannato per reati collegati alla mafia deve decadere immediatamente il finanziamento pubblico del partito. Così vediamo».

Berlusconi faccia un passo indietro
«Berlusconi faccia un passo indietro e si dimetta nell'interessa dell'Italia».
Così Walter Veltroni ha da poco aperto la convention del Movimento democratico al Lingotto di Torino. Aprendo il suo discorso Veltroni ha salutato affettuosamente il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che è seduto in prima fila insieme al capogruppo, Dario Franceschini. Molti sono i dirigenti del Pd venuti ad ascoltare Veltroni e gli altri leader di Movimento democratico qui a Torino. Tra loro Piero Fassino e Sergio Chiamparino. Ricompattati dopo la spaccatura sulla Fiat.

Chiarisca tutto davanti ai magistrati
«O Berlusconi può chiarire tutto davanti ai magistrati, e non credo che sarà in grado di farlo, oppure per una volta non pensi a se stesso ma a 60 milioni di italiani, e faccia un passo indietro e si dimetta». Per Veltroni «per una volta pensi questo paese ferito e faccia un passo indietro, si dimetta per l'interesse dell'Italia».

Da Berlusconi parole agghiaccianti
Quelle dette da Berlusconi «sono parole agghiaccianti», ha sottolineato Walter Veltroni alla platea del Lingotto di Torino intervenuta alla convention di Movimento Democratico. «Abbiamo visto un uomo di Governo che minaccia i giudici e la cosa più grave è che lo fa davanti al tricolore. Quel tricolore per il quale molti magistrati hanno dato la vita». Il paese, ha aggiunto Veltroni «si trova in una situazione davvero grave e pericolosa, il premier è accustao di reati gravi, sostiene per l'ennesima volta che sono fandonie e complotti, ha il diritto di dirlo ma non lo deve dire in tv facendosi scudo del suo ruolo e usando il suo impero mediatico, deve dirlo, come ogni cittadino, ai magistrati, ma non lo farà perché sostiene che la procura di Milano è incompetente».

Non teme l'alleanza con Vendola
Walter Veltroni non teme l'alleanza con la sinistra di Nichi Vendola ma al leader di Sinistra e libertà manda un messaggio preciso: «Ogni riedizione dell'Unione sarebbe un suicidio politico». L'ex segretario del Pd ha infatti sottolineato che «esiste un'area alla nostra sinistra. E non bisogna temere che ciò accada. Noi siamo una forza democratica, di centrosinistra che, come tutte le forze riformiste, può trovare alleanze anche con chi ha posizioni diverse», ma ha aggiunto «lo dico al mio amico Nichi Vendola, la cui sfida va seguita non con ostilità e paura ma con rispetto e interesse. Lo dico come si fa tra chi vuole sinceramente andare verso un incontro. Ma a una condizione. Che si costruisca, questo incontro, per rispondere davvero a un bisogno di stabilità e di cambiamento». Quindi nessuna riedizione dell'Unione.

Fiat: ai lavoratori del "sì" il ringraziamento di Veltroni
Ai lavoratori che hanno detto sì ai referendum di Pomigliano e Mirafiori, un «sì contrastato e sofferto», deve andare «il rispetto, l'ammirazione, la gratitudine di tutti gli italiani. Così come occorre comprendere le ragioni del "no" e con esse dialogare». Veltroni ha ricordato come «il successo dell'operazione Fiat-Chrysler è di importanza strategica per il futuro del Paese. E per questo - ribadisce - abbiamo espresso un convinto consenso ai pur difficili e dolorosi accordi di Pomigliano e su Mirafiori». Senza gli accordi, ha detto Veltroni, «non ci sarebbe stato l'investimento: Napoli, Torino, l'Italia avrebbero visto ridimensionata una presenza industriale che deve invece essere conservata e rilanciata». Con gli accordi, ha detto ancora, Fiat ora è chiamata a confermare ed estendere il suo radicamento in Italia. Ed è chiamata a mostrare la sua forza inventando prodotti competitivi sui mercati. Con gli accordi, per i sindacati, la cui unità non dobbiamo mai smettere di cercare e promuovere, per le imprese e per la politica, si è aperta una fase nuova, una stagione paragonabile a quella in cui si affermò una nuova legislazione del lavoro, ormai decine di anni fa«.

Bersani: Berlusconi ha trasformato la leadership in una sorta di satrapia
Pier Luigi Bersani è tornato ad attaccare Silvio Berlusconi. «Nell'universo di tutti i Paesi democratici solo noi siamo costretti a subire la violenza di un potere immorale che è riuscito a trasformare la leadership in una sorta di satrapia e a fare del consenso il grimaldello per la rottura di ogni regola scritta e non scritta», ha detto il segretario del Pd dal palco del Lingotto a Torino. «Il nostro compito oggi è reagire - ha detto Bersani -, il nostro compito è aiutare tutti quelli che vogliono reagire, sollecitare i timidi, i timorosi e i conformisti a reagire». Perché abbiamo «un capo del governo che si rifiuta, con un linguaggio eversivo, di andare a rispondere di accuse gravissime e certamente non campate in aria, non in tv, ma nel luogo giusto, davanti alla magistratura, un capo del governo che passa le sue giornate a giustificare le sue nottate». Per Bersani «qualsiasi soluzione è meglio di questa situazione, anche le elezioni, perchè le vinciamo».

Bersani a Veltroni: la sintesi è possibile
«Vedo la possibilità di una sintesi», ha detto Bersani sottolineando il ruolo centrale della politica in una fase post Berlusconiana, di un partito riformista che deve avere respiro europeo, della necessità di partire da un progetto politico e di qui avviare un discorso sulle
alleanze. Il Pd, ha detto, non ha smarrito il suo ruolo «gravitazionale», é «ineludibile» e «indispensabile» per l'alternativa. Ha annunciato che all'assemblea di Napoli della prossima settimana si cercherà una prima sintesi «verso un lavoro politico che dovrà fare la direzione del partito». Secondo Bersani «per andare oltre dopo il decennio di cura berlusconiana bisogna proporre una fase generosa ricostruttiva di alcune parti fondamentali, le regole del gioco e un nuovo patto sociale in cui chi ha di più dia di più per un orizzonte nuovo».

Fassino: non si può più stare in questa palude
«Non si può più stare in questa palude. La prima cosa che dovrebbe fare Berlusconi è rendersene conto e fare un passo indietro», ha detto Piero Fassino, a margine della convention del Movimento Democratico. «Siamo preoccupati - ha detto Fassino - per quello che sta succedendo nella politica italiana, con la crisi sempre più evidente nel centrodestra, una profonda crisi politica e di credibilità».

Casini: il governo è impegnato soltanto a difendere il premier dai suoi bunga bunga

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