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Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2011 alle ore 21:59.
PARIGI – C'è la Parigi dei bistrot tradizionali. Il giro delle boutique di lusso. O addirittura quello dei teatri art déco. Forse nel futuro sarà organizzato pure un «Ben Ali tour», attraverso le dimore del clan dell'ex dittatore, disseminate in tutta la città. Una cosa è certa: il giro porterà nei quartieri più belli ed eleganti della metropoli. Lo scorso mercoledì la giustizia tunisina ha aperto un'inchiesta per «acquisizione illegale di beni», «investimenti finanziari illeciti all'estero» ed «esportazione illegale di monete».
In Francia, intanto, dove diversi rappresentanti del clan Ben Ali erano di casa, Christine Lagarde, ministro dell'Economia, ha annunciato «un'azione molto severa in merito», anche se il Governo ha messo ufficialmente sotto sorveglianza solo gli asset bancari. Ma Tracfin, il servizio antiriciclaggio del dicastero, sarebbe sulle tracce di tutti i beni detenuti dalla famiglia allargata. Mentre alcune Ong (la Commissione araba dei diritti umani, Sherpa e Transparency international) hanno depositato un ricorso al tribunale di Parigi, chiedendo il sequestro di tutto il patrimonio, pure immobiliare, detenuto da Ben Ali' e dai suoi parenti, più o meno stretti, in Francia. Ebbene, in attesa di vedere a cosa tanta agitazione porterà, i giornalisti del quotidiano Libération si sono messi sulle tracce delle case del clan. Un vero e proprio tour nella Parigi che conta.
Cominciamo da rue Le Suer, numero civico 17, nel 16° arrondissement, quello della borghesia parigina più tradizionalista. Ecco un palazzotto d'epoca su più piani. Al citofono non risponde nessuno: apparentemente vuoto. L'edificio è intestato a una Sci (società civile immobiliare), chiamata Nes. Sì, come Nesrine Ben Ali, quarta figlia dell'ex presidente. La creazione di queste società, camuffate dietro nomi di convenienza, riportati addirittura sulle porte, è lo strattagemma utilizzato ogni volta. In effetti il palazzotto di rue Le Suer è stato comprato nel marzo 2010 da Nesrine e dal marito Sakher El Materi, che era forse il più potente e «ammanicato» fra i generi di Ben Ali. Nesrine, Sakher e i figli erano stati intercettati il 15 gennaio in un albergo a Eurodisneyland ed erano stati portati all'aeroporto dalle autorità francesi. Da allora non se ne sa più nulla. El Materi era alla guida di un gruppo attivo nel settore automobilistico, nel turismo e nella stampa. Nel maggio 2010 aveva fondato la banca Zitouna, oggi controllata da quella centrale. E all'inizio dell'anno l'uomo era entrato nel capitale di Tunisiana, primo operatore di telefonia del suo Paese, mediante un'operazione (con tanto di 600 milioni di dollari di finanziamento) gestita da uno studio di avvocati parigino.