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Catricalà e Calabrò: serve un'Autorità indipendente per la liberalizzazione del settore postale

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2011 alle ore 16:46.

«L'Autorità ha già più volte evidenziato la necessità di individuare un Regolatore indipendente che realizzi la liberalizzazione del settore postale». A ribadirlo è il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà, nel corso dell'audizione in commissione Trasporti della Camera , in relazione allo schema di decreto legislativo per l'attuazione della direttiva per il pieno completamento del mercato interno dei servizi postali comunitari. Per Catricalà è necessaria un'Authority indipendente e non un'Agenzia, come vorrebbe il decreto, che mancherebbe invece di indipendenza. Catricalà ha anche evidenziato «alcuni aspetti dello schema di decreto in relazione ai quali si ravvisano elementi di difformità rispetto alla disciplina comunitaria e alle regole a tutela della concorrenza che potrebbero frenare il processo di liberalizzazione dei servizi postali in atto in Italia e in Europa». Calabrò ha anche auspicato che il Consiglio dell'Agcom in programma il 3 febbraio possa dare l'ok all'offerta di Telecom Italia per la banda larga a 100 mega.

Calabrò: manca l'indipendenza richiesta dalla norma comunitaria
Anche per il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, «manca l'indipendenza sostanziale richiesta dalla norma comunitaria». Calabrò sostiene, quindi, come Catricalà, la necessità di un'Authority e non di un'Agenzia per l'attuazione delle liberalizzazioni nel settore postale. Calabrò, come poco prima il garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà, ha sottolineato l'anomalia italiana che, secondo un decredo legislativo, prevede che «l'autorità di regolamentazione del settore postale» sia il ministero delle Comunicazioni, una disposizione che «non soddisfa il carattere di indipendenza sostanziale richiesto dalla norma comunitaria». La situazione, ha ricordato Calabrò, «ha determinato l'apertura della procedura d'infrazione per violazione del diritto comunitario a carico dell'Italia». Calabrò ha anche candidato la sua Autorità ad assumere le funzioni di regolamentazione e vigilanza dei servizi in questione: l'Authority per le garanzie nelle comunicazioni sarebbe «in grado di esercitare questa competenza in tempi brevissimi».

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Rigettati gli impegni su Posta Time
Gli impegni presentati da Poste Italiane all'Antitrust nell'istruttoria sul possibile abuso di posizione dominante con l'attivazione del servizio Posta Time «sono stati rigettati», ha
riferito Catricalà al termine dell'audizione. «Non é detto» che questa prima decisione dell'Antitrust porti a una sanzione, ha aggiunto Catricalà. E ha ricordato che c'é una procedura ancora in corso di svolgimento che prevede il contradditorio e le audizioni. Piuttosto, «la fase del tentativo di conciliazione preventiva é fallita». Non é escluso che in sede di conclusione dell'istruttoria Poste Italia possa avanzare una sorta di "ravvedimento operoso" che potrebbe portare l'Antitrust a decidere per una multa "simbolica". L'istruttoria é stata aperta dall'Authority lo scorso ottobre alla luce di una serie di denunce del concorrente Tnt Post Italia.

Concorrenza soprattutto nel sistema ferroviario
La legge sulla concorrenza «bisogna farla. Speriamo che in uno dei prossimi Consigli dei ministri venga portato un testo che contenga la maggior parte delle nostre indicazioni». A margine dell'audizione Catricalà ha sottolineato che é importante che nel testo ci siano le misure «soprattutto sul sistema ferroviario che - ha aggiunto - per noi é il punto di forza della liberalizzazione dell'intero sistema industriale e dei trasporti italiani».

Diritti calcio: non rafforzare chi è già forte
Nel caso di una redistribuzione dei diritti televisivi delle partite di calcio attualmente di proprietà di Dahlia Tv «non vorrei che si rafforzassero posizioni già abbastanza forti». Tra le varie possibilità che si profilano, ha spiegato Catricalà, c'è anche quella che la società televisiva «ceda i propri diritti a qualcun altro, ma anche che continui a svolgere il servizio o che, in una situazione emergenziale, questo passi direttamente alla Lega Calcio». In ogni caso, Catricalà ha aggiunto che la situazione preoccupa l'autorità «perchè è necessario che i consumatori che hanno pagato un abbonamento annuale possano continuare a vedere le partite». Il presidente dell'Antritrust ha riferito di avere incontrato in questi giorni il presidente della Lega di serie A, Maurizio Beretta, per illustrargli proprio le preoccupazioni dell'Autorità sul versante della tutela dei consumatori: «mi sembra - ha aggiunto - che siano le stesse preoccupazioni anche di Beretta, il quale mi ha assicurato che avrebbe cercato la migliore soluzione possibile e che ce l'avrebbe sottoposta». (N.Co.)

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