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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2011 alle ore 17:04.
Cedolare secca con doppia aliquota che scende al 19% per i canoni concordati e al 21% per quelli liberi (da precedenti 20% e 23%), sblocco immediato delle addizionali Irpef per i Comuni fino allo 0,4% in 2 anni (non più dello 0,2% per ciascun anno) e aliquota Imu fissata direttamente nel decreto per il federalismo municipale allo 0,76 per cento. Sono le principali novità presentate dal ministro Roberto Calderoli in Bicamerale e che verranno inserite nel parere del relatore La Loggia. La quota di gettito della cedolare secca sugli affitti che va ai Comuni è fissata al 21,7% per l'anno 2011 e 21,6% a decorrere dal 2012.
Mentre lo sblocco dell'addizionale Irpef comunale potrebbe scattare anche retroattivamente per il 2010: «le delibere relative al 2010 sono efficaci per lo stesso anno d'imposta se la pubblicazione sul predetto sito avviene entro il 31 marzo 2011». Soddisfatto il presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino: «Se come sembra - ha detto Chiamparino a Sky Tg24 - larga parte dei nostri ulteriori emendamenti presentati ieri sono stati accolti, questo non può che essere visto con soddisfazione dall'Anci e ne do atto al Governo».
Il calcolo della cedolare con le nuove aliquote
Salta il mini-quoziente familiare
Tra le modifiche proposte da Calderoli salta il bonus di 400 milioni per le famiglie in affitto previsto nel decreto del federalismo fiscale sul fisco municipale. Nell'ultima versione illustrata oggi dal ministro viene infatti cancellato quel comma. In compenso i proprietari che optano per la cedolare secca non potranno, per la durata dell'opzione per la cedolare, aumentare l'affitto, nemmeno per l'adeguamento all'Istat.
Aliquota Imu fissata allo 0,76 per cento
Per quanto riguarda poi l'aliquota dell'Imu, la nuova imposta sul possesso, prevista dal decreto del federalismo fiscale sul fisco municipale a partire dal 2014, viene fissata annualmente allo 0,76 per cento. L'aliquota però può essere modificata con decreto della presidenza del Consiglio dei ministri su proposta del Tesoro e d'intesa con la Conferenza unificata in base alle analisi che la Copaff farà in merito. Restano le esenzioni dall'Imu (le stesse previste attualmente dall'Ici) non solo sugli immobili sede di culto e di proprietà della Santa Sede, ma anche per ospedali e cliniche legate alla Chiesa, scuole private, alberghi del mondo cattolico e oratori.