Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2011 alle ore 08:54.
Gli oppositori del presidente Hosni Mubarak lo avevano denominato il Venerdì della Rabbia e i fatti hanno confermato che non si trattava soltanto di uno slogan: in tutto l'Egitto la rabbia popolare è esplosa davvero, ancora più di quanto non fosse avvenuto nei tre giorni precedenti.
E, come previsto e annunciato, è dilagata subito dopo le tradizionali preghiere del riposo settimanale islamico. Il presidente egiziano ha ordinato all'esercito di garantire la sicurezza insieme alla polizia. E per la prima volta dall'inizio della rivolta i militari sono stati dispiegati nelle strade della capitale. La protesta ha visto protagoniste decine di migliaia di persone. In tarda serata imprenditori e «personalità influenti» vicine al regime egiziano hanno iniziato a lasciare il paese con aerei privati, ha riferito la tv panaraba Al Jazira. La notizia, almeno per quanto riguarda i vertici di governo, è stata smentita dalla televisione di Stato.
Un numero indeterminato di morti, oltre mille i feriti Al Cairo gli scontri avrebbero causato cinque morti (una donna è stata uccisa nella piazza Tahrir). Altri 13 sarebbero i morti a Suez (almeno 75 i feriti) e sette in altre città. Oltre mille i feriti. La centralissima piazza Tahrir della capitale è stata completamente chiusa dal pomeriggio. Un morto anche nella assediata Suez dove l'esercito ha schierato i carri armati. La folla non si è fermata, numerosi i manifestanti che hanno tentato l'assalto ai tank. I militari hanno aperto il fuoco.
Decine di migliaia di persone sono sfilate per le strade non soltanto del Cairo ma anche di tutte le altre principali città: da Alessandria ad Assuan a Mansoura a Ismailia. Ad Alessandria i manifestanti anti governativi hanno incendiato l'edificio del governatorato durante violenti scontri con le forze di polizia. La sede del Partito Nazionale Democratico (Pnd) del presidente egiziano al Cairo è stata data alle fiamme, come pure numerose stazioni di polizia in tutto il paese. In serata i carri armati dell'esercito e militari egiziani sono stati dispiegati anche nelle strade della capitale e a difesa delle principali ambasciate.
Coprifuoco violato, messo in sicurezza il Museo Egizio La televisione di Stato egiziana ha annunciato il coprifuoco - violato anche a tarda sera -che è stato imposto a Il Cairo, Alessandria e a Suez fra le 18 e le 7 del mattino, ora egiziana,un'ora in più rispetto all'Italia. L'esercito ha messo in sicurezza il Museo Egizio: ne ha dato notizia la televisione di stato egiziana, dopo che numerose voci riferivano di saccheggi cominciati all'interno del prestigioso museo. In strada ci sono ancora molte persone e al Cairo i manifestanti avrebbero anche cercato di assaltare l'edificio del ministero degli Esteri. Ad Alessandria sembra invece che le forze di sicurezza abbiano rinunciato a controllare la situazione, e la città sarebbe in pratica nelle mani dei rivoltosi.
Gli Stati Uniti: no alla violenza, soluzione venga dal popolo Gli Stati Uniti chiedono moderazione al governo egiziano di fronte alle grandi manifestazioni per le dimissioni del presidente Hosni Mubarak. «Il governo egiziano deve capire che la violenza non farà sparire il malessere nella società» ha detto il segretario di stato Hillary Clinton. Parlando alla stampa, Clinton ha chiesto al governo egiziano di «frenare le forze di sicurezza» e di togliere il blocco a Internet e telefoni. In serata il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, ha dichiarato che, per gli Stati Uniti, la situazione che si è venuta a creare in Egitto «può essere risolta solo dal popolo egiziano». Non solo. Alla luce della reazione del governo egiziano alle richieste dei manifestanti scesi in piazza in Egitto, gli Stati Uniti sono pronti a rivedere la politica di aiuti militari ed economici fin qui attuata nei confronti del Cairo. Intanto il capo della diplomazia dell'Unione europea, Catherine Ashton, ha invitato le autorità egiziane a liberare «immediatamente e senza condizioni» tutti i manifestanti arrestati durante i movimenti di protesta contro il regime.
Il fermo di ElBaradei Il leader dell'opposizione laica, il premio Nobel, Mohamed ElBaradei, è stato posto agli arresti domiciliari al Cairo. Lo hanno riferito fonti della sicurezza egiziana mentre dilagano le proteste nella capitale. Il fermo di ElBaradei «vuol dire che il regime è alla massima tensione immaginabile» ha subito commentato l'ex presidente del consiglio Romano Prodi alla notizia che Mohamed El Baradei sarebbe stato fermato dalla polizia dopo il suo rientro in Egitto.
La posizione italiana L'Italia invita L'Egitto al «rispetto delle libertà civili, di espressione e comunicazione incluso il diritto allo svolgimento di manifestazioni pacifiche». Lo si è appreso alla Farnesina. L'Italia, si sottolinea alla Farnesina, segue con attenzione e forte preoccupazione lo sviluppo degli eventi in Egitto, la cui stabilità è una priorità per noi e per l'intera regione. L'Italia, si rileva infine, amica e partner dell'Egitto, ritiene che tale stabilità vada consolidata attraverso il dialogo concreto e costruttivo tra le istituzioni e la società civile.
I consigli per i turisti italiani, partenze bloccate per il Cairo La Farnesina ha sconsigliato ai cittadini italiani i viaggi «non strettamente necessari» al Cairo e nelle città di Ismailia, Suez e Alessandria. L'avvertimento è dato attraverso "Viaggiare sicuri", il sito internet costantemente aggiornato dall'Unità di Crisi del ministero degli Esteri.
«Per coloro già presenti nel Paese», prosegue ancora la nota, aggiornata proprio oggi, «si raccomanda di evitare spostamenti non assolutamente necessari». Ai cittadini italiani, viene inoltre ricordato di «rispettare gli orari di coprifuoco (dalle 18 alle 7) decretato su tutto il territorio egiziano».
Quanto ai tour operator italiani hanno bloccato le partenze per Il Cairo. Lo ha comunicato l'Astoi (Associazione dei tour operator italiani), sottolineando che restano regolari le partenze per le località del Mar Rosso, dove ci sarebbe «assoluta tranquillità».
Il governo francese ha raccomandato ai tour-operator di sospendere le partenze dei vacanzieri previste domani per l'Egitto. Lo ha fatto sapere il segretario di stato al Turismo, Frederic Lefebvre. British Airways e Lufthansa hanno annunciato spostamenti e cancellazioni per armonizzare gli orari dei voli con il coprifuoco imposto al Cairo e in altre città dell'Egitto.
Ferito leader dei dissidenti Secondo quanto riporta al Jazeera, nella capitale egiziana oltre alla forze dell'ordine sarebbero in azione anche delle "squadracce" filo-governative. Una di queste squadre avrebbe aggredito e seriamente ferito ieri Ayman Nour, uno dei principali dissidenti. Parlando ad al Jazeera il figlio di Nour ha detto che sua padre è stato aggredito e preso a bastonate in testa e ora è ricoverato in terapia intensiva in ospedale. Nour è già malato di diabete e ha problemi di cuore. Nour nel 2005 si era candidato alla presidenza sfidando Mubarak e successivamente ha passato più di due anni in prigione.
Il black out delle comunicazioni L'accesso alla rete e le comunicazioni fra telefoni cellulari sono stati bloccati in tutto l'Egitto. È questa una delle tante misure preventive attivate dal governo di Mubarak per arginare le proteste organizzate per il «venerdì della collera». Il governo egiziano ha chiesto a tutti gli operatori di telefonia mobile che operano nel paese di sospendere il servizio «in alcune aree» dell'Egitto ha riferito il gruppo internazionale Vodafone citato dal sito del quotidiano britannico Guardian. In un comunicato diffuso dall'operatore di comunicazioni mobili si legge che la legislazione egiziana dà alle autorità il potere di chiedere la sospensione del servizio e le compagnie telefoniche sono obbligate a rispettare la decisione.
Quello che si sta verificando in Egitto è il primo black-out globale di Internet e della telefonia cellulare mai registrato finora in un paese ed è stato possibile solo perché a livello governativo si è agito a livello di router. «È la prima volta che accade un blocco globale di questo tipo», ha detto Raoul Chiesa, membro dell'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione (Enisa) e del comitato direttivo dell' Associazione italiana per la sicurezza informatica (Clusit). Un altro esperto ha osservato che sono stati bloccati anche i siti delle università, di solito i più protetti e collegati alla rete ad alta velocità Eumedconnect 2 che connette l'Europa ai paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Bloccare così rapidamente la possibilità di utilizzare Internet è possibile, secondo gli esperti, «solo se a livello governativo si agisce a livello di router», ossia del dispositivo di rete che si occupa di instradare i pacchetti informativi.
In serata in rete è rimbalzato un appello per gli utenti di Twitter: «Togliete la vostra password dai router». Questo consentirebbe ai dimostranti di usufruire di una connessione senza fili per accedere al web. Un appello rivolto in particolare agli utenti Noor, una provider che starebbe garantendo la connettività in Egitto.
Amnesty International Amnesty International ha sollecitato il governo egiziano a tenere a freno le forze di sicurezza onde evitare ulteriori morti di manifestanti nel corso delle proteste che vanno avanti in tutto il paese, con migliaia di persone scese in piazza contro la povertà, la corruzione e la violenza della polizia.
Fitch minaccia il taglio del rating L'agenzia di valutazione Fitch potrà abbassare il rating dell'Egitto, attualmente a BB+, se le attuali sommosse «freneranno la performance economica del paese». Ad affermarlo in un comunicato è l'agenzia di rating.