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Esposito: mafia e usura condizionano l'economia. Alfano: pronto il codice antimafia

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2011 alle ore 10:30.

Le organizzazioni criminali storiche (mafia, camorra, 'ndrangheta) condizionano sempre di più «il corretto funzionamento del mercato» e determinano una «riduzione della competitività e una modifica delle dinamiche concorrenziali e del mercato», condizionando le attività economiche anche «in contesti territoriali diversi da quelli di origine». L'allarme è contenuto nella relazione del procuratore generale, Vitaliano Esposito, alla cerimonia per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2011, che si svolge in Cassazione alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Il pg segnala, inoltre, l'espansione di fenomeni usurari come il pizzo, e le infiltrazioni malavitose nel traffico dei rifiuti e negli appalti.

Alfano: pronto il codice antimafia
Alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha annunciato che è in arrivo il codice antimafia. «Proprio ieri, d'intesa con il ministro degli Interni, Roberto Maroni, ho trasmesso alla presidenza del Consiglio, per la necessaria attività di esame e coordinamento il testo del Codice antimafia dopo mesi di duro lavoro e in largo anticipo sui tempi previsti». Il Guardasigilli ha ricordato che il codice era previsto dalla delega del piano straordinario contro le mafie approvato il 13 agosto 2010.

Lupo: l'espansione della 'ndrangheta è emergenza nazionale
In particolare il primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, ha detto che l'espansione della 'ndrangheta è una «emergenza nazionale» e per affrontarla serve un «potenziamento straordinario del settore investigativo e giudiziario, ai quali non possono essere lesinate le necessarie risorse economiche». Lupo ha segnalato la «pressione estorsiva» esercitata a danno delle imprese «impegnate nella costruzione di tratti autostradali calabresi e ha detto che la penetrazione della 'ndrangheta ha assunto ormai dimensioni interregionali e internazionali, acquisendo le peggiori connotazioni delle altre più antiche organizzazioni criminali, anche con tendenza al superamento della dimensione di microcosmi a struttura familiare e localistiche verso la caratterizzazione di cellule interdipendenti e collegate al vertice da strutture sovraordinate».

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Non siamo più in grado di pagare gli indennizzi per violazione del celere e giusto processo
La giustizia nel nostro paese é in una «situazione quasi fallimentare», ha detto Esposito, mentre, per quel che riguarda l'annoso problema dei suoi tempi, questa si sta «trasformando in una realtà che si può definire quasi di insolvenza per lo Stato». Esposito ha segnalato cje «non siamo più in grado neanche di
pagare gli indennizzi dovuti (ai sensi della cosiddetta legge Pinto, ndr) per la violazione dei canoni di un giusto e celere processo». Esposito ha ricordato che «questo ha portato di recente la Corte di Strasburgo a parlare, senza mezzi termini, di defaillance dello Stato italiano, tale da minacciare persino i meccanismi di applicazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali». Un allarme sulla "giustizia lumaca" è stato lanciato anche dal primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, che nella sua relazione ha ricordato che Il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, nell'ultima risoluzione ha ribadito che «i tempi eccessivi nell'amministrazione della giustizia italiana costituiscono un grave pericolo per il rispetto dello stato di diritto, conducendo alla negazione dei diritti consacrati dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo».

Alfano: resistenze corporative ostacolano la riforma della giustizia
«L'incapacità di fare squadra e le resistenze corporative» sono i fattori che «con amarezza» il ministro della Giustizia, Angelino Alfano nel suo intervento, indica come ostacolo «da più parti» a «qualsiasi tentativo di riforma del sistema giudiziario italiano». Nel sottolineare di aver «particolarmente apprezzato» le parole del presidente della Cassazione Ernesto Lupo, secondo cui sull'inefficienza della giustizia «nessuno può chiamarsi fuori limitandosi ad avvitare le colpe altrui» Alfano ha puntato l'indice contro le «resistenze» che impediscono la realizzazione delle riforme: «Si tratta di un percorso di riforma difficile, perchè destinato ad incidere su una realtà molto complessa, su diritti inviolabili dell'uomo e garanzie di sicurezza e di libertà che devono essere comunque assicurate, ma anche - sottolinea il ministro - su rendite di posizione, su privilegi duri a morire, su posizioni di retroguardia che si limitano ad ostacolare ogni proposta, bollandola a priori come inefficaci». Ma - ha aggiunto Alfano - «un percorso di riforma è necessario per garantire al Paese adeguati livelli di civiltà e di competitività».

Alfano: gran parte dei giudici sono equilibrati
In quasi tre anni di «esperienza a contatto con tantissimi magistrati» il Guardasigilli Angelino Alfano ha detto di sentirsi «confortato nella convinzione che la gran parte dei giudici italiani fa dell'impegno disinteressato, del riserbo, dell'equilibrio, del senso di umanità e della saggezza delle loro decisioni una regola professionale e di vita quotidianamente esercitata». E ha bacchettato la stampa perché «l'opera difficile e faticosa» del governo in tema di giustizia è stata «assai poco messa in rilievo dagli organi di informazione solitamente concentrati su altri temi. Non avrei potuto illustrare questi positivi risultati se non avessi potuto giovarmi della collaborazione della gran parte dei principali attori del sistema giustizia, in primo luogo avvocati e magistrati».

Lupo: indispensabili le intercettazioni telefoniche e ambientali
Le intercettazioni telefoniche e ambientali sono indispensabili, ha detto il primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, Indispensabili per «l'accertamento dei diritti di criminalità
organizzata, soprattutto in ambienti connotati da forte omertà. Analoga sollecitazione è contenuta nella relazione della Direzione nazionale antimafia, la quale evidenzia - ha ricordato - che "senza le intercettazioni, le armi da opporre al dilagare della criminalità risulterebbero non solo spuntate, ma pressoché prive di qualsiasi efficacia"».

Lupo: occorre depenalizzare
Per il primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo è necessario proseguire nella «politica di depenalizzazione, che non ha più visto interventi organici dal 1999». Secondo Lupo «non esiste sistema processuale che possa far fronte in tempi ragionevoli all'abnorme numero di fatti che sono considerati reati nel nostro ordinamento».

Lupo: mancano magistrati
Lupo ha denunciato la carenza di magistrati. «È preoccupante la situazione di scopertura dell'organico della magistratura», frutto di ritardi con cui a partire dal 2002 sono stati banditi i concorsi per l'ingresso di nuovi magistrati. «Gli effetti di tali ritardi non sono stati ancora superati dall'impegno del ministro Angelino Alfano, che ha messo a concorso 713 posti, che si aggiungono ai 253 magistrati assunti nel 2010», rileva Lupo. Nel 2010 i pensionamenti sono stati 414, di cui 227 anticipati e perciò «presumibilmente favoriti dall'entrata in vigore delle misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria». Preoccupa molto anche «il decennale blocco di assunzioni del personale amministrativo e tecnico», l'organico, in 10 anni «è passato da 46 mila a poco più di 39 mila presenze». Al ministro Renato Brunetta - che vorrebbe una maggior presenza dei magistrati in Cassazione - Lupo replica che per fare
quello che lui chiede bisognerebbe almeno «assegnare una stanza ad ogni consigliere, mentre oggi non siamo nelle condizioni di assegnare neppure una scrivania a cui lavorare».

Vietti: ai giudici si deve rispetto
«Ai giudici si deve rispetto, un rispetto talora troppo trascurato», ha denunciato il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, che, nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. Vietti ha fatto riferimento all' «attualità dirompente» che vede ancora una «contrapposizione» tra politica e giustizia. «È nel processo - ha aggiunto - che si incarna lo stato di diritto e si assegnano torti e ragioni». Vietti ha assicurato che «l'attività della magistratura non sottende disegni sovversivi. È funzione giurisdizionale, perlopiù silente e operosa». Per questo, sostiene Vietti, la magistratura «merita la stima» soprattutto da chi «egualmente è, per posizione, servitore dello Stato».

Esposito invita i magistrati a riserbo, equilibrio e prudenza
Il pg ha lanciato un appello alle toghe perché rispettino il loro dovere di «riserbo, equilibrio e prudenza». Il presidente della Corte Suprema di Cassazione, Ernesto Lupo, ha sottolineato come l'apertura dell'anno giudiziario cada «in una fase particolarmente delicata e critica della vita del Paese, in cui sembrano prevalere contrapposizioni, frammentazioni e interessi settoriali» ma «i magistrati continueranno ad adempiere alle loro funzioni con serenità e con impegno». Questo nonostante le tante «difficoltà d'ordine strutturale: il crescente aumento della domanda di giustizia penale, non bilanciato da qualche segnale di rallentamento della domanda di giustizia civile; l'anacronistica distribuzione geografica degli uffici giudiziari; la carenza di strutture e risorse; le difficoltà e la lentezza che patisce il processo di informatizzazione; la scopertura di organici». Uno scenario nel quale - conclude Lupo - è necessario fortificare il senso della dimensione comune e della coesione collettiva come presupposto per uscire dalle difficoltà«.

Tangibile il malcontento del personale
Esposito ha anche rilevato come negli uffici giudiziari «già da alcuni anni serpeggia un tangibile malcontento derivante dalla mancata riqualificazione e progressione di carriere del personale, che nuoce alla serenità del lavoro». Riguardo alle risorse strumentali, Esposito ha detto che «gli uffici hanno una buona dotazione di computer, stampanti, scanner, ecc.: sicché i processi di informatizzazione, già avviati da alcuni anni, hanno raggiunto in molti casi, ragguardevoli risultati nel segno della continuità e della maggiore efficienza dei servizi». Lupo ha invece denunciato «le difficoltà e la lentezza che patisce il processo di informatizzazione», in linea con quanto denunciato ieri dal presidente di Anm, Luca Palamara: «il servizio informatico della giustizia è sempre a rischio blocco e la sua efficienza è diminuita senza generare reali risparmi». Per Palamara «la politica degli annunci, le continue conferenze stampa dei ministri Alfano e Brunetta che pubblicizzano la piena informatizzazione degli uffici giudiziari si scontrano con la dura realtà, svelando la triste verità: uffici senza personale, senza computer e con i nuovi programmi informatici in uso in pochi circondari»

Rilevati 475 casi di violazione della convenzione europea da parte dell'Italia
Esposito ha ricordato che il 21 dicembre scorso, la Corte di Strasburgo «haconstatato in 475 casi la violazione della convenzione europeada parte dello Stato italiano per i ritardi nellacorresponsione dell'indennizzo liquidato dalle Corti d'appello». E le cifre sono impietose: «per quasto riguarda gliesborsi a titolo di indennizzo, si è passati dalla somma globale di 3,8 milioni di euro del 2002 a quella di circa 81milioni del 2008, di cui ben 36,5 ancora non risultano pagatimalgrado l'esecutività del titolo: non solo lo Stato preferisce pagare invece che risolvere la problematicadell'esorbitante durata dei processi ma, perdipiù, non èneppure in grado di adempiere agli obblighi di pagamento. Cosa poco consona, fa notare la Corte, per un Paese che fa partedell'elitaria cerchia del G20».

Inaugurazioni in un clima surriscaldato dalle polemiche
Oggi e domani si inaugura l'anno giudiziario anche nelle Corti d'Appello dei 26 distretti d'Italia, in un clima surriscaldato dalla polemica aperta dall'Associazione nazionale magistrati (Anm)) contro la "politica degli annunci" dei ministri Alfano e Brunetta e dagli attacchi sul piano personale al procuratore aggiunto Ilda Bocassini, titolare dell'inchiesta sul Rubygate insieme al collega Pietro Forno e al Pm Antonio Sangermano. Il presidente di Anm Palamara ha annunciato che in tutte le cerimonie per l'inaugurazione dell'Anno giudiziario nelle Corti d'Appello, i presidenti delle sezioni locali dell'Anm «rinnoveranno con forza la loro posizione di solidarietà ai magistrati colpiti in questi giorni e in particolare oggi con l'iniziativa del Giornale contro la Boccassini, da campagne denigratorie».

Alfano domani alla Corte d'appello di Roma
Sabato sarà presente alla cerimonia in Corte d'appello a Roma il ministro della Giustizia Angelino Alfano. All'appuntamento in Corte d'appello a Torino ci sarà il vicepresidente del Csm, Michele Vietti. Il capo del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del ministero di via Arenula, Luigi Birritteri, sarà invece all'appuntamento di Milano, mentre i sottosegretari alla Giustizia Giacomo Caliendo ed Elisabetta Alberti Casellati saranno a Torino e a Napoli.

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