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Questo articolo è stato pubblicato il 29 gennaio 2011 alle ore 10:44.
«Una sede processuale non può essere sostituita da altre sedi a propria scelta, che siano mediatiche o di piazza»: lo ha detto il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Michele Vietti, oggi, a Torino, all'inaugurazione dell'Anno giudiziario. «È nel processo che si incarna lo stato di diritto» ha aggiunto Vietti precisando che «la giustizia è amministrata dai giudici e alla loro funzione si deve rispetto, un rispetto talora troppo trascurato - ha sottolineato ancora il numero due dell'organo di autogoverno dei magistrati -. Non si tratta di rispetto acritico, ma non va dimenticato che il processo incarna lo stato di diritto». «L'attività della magistratura non sottende disegni eversivi», ha ribadito Vietti, per il quale l'opera silente delle toghe «merita la stima di chi per condizione è servitore dello stato». «L'amore per la giustizia - ha concluso - deve accomunare giudici e
governanti».
Il documento dell'Anm: i magistrati non si lasciano intimidire
Nel giorno in cui si celebra l'inaugurazione dell'anno giudiziario nei 26 distretti di Corte d'Appello, l'Anm ha diffuso un documento-fotocopia che i vertici locali leggeranno durante le cerimonie d'apertura. Un documento con cui il sindacato delle toghe stabilisce che «l'inaugurazione dell'anno giudiziario è la sede più appropriata per ribadire con forza che i magistrati continueranno a svolgere il compito loro affidato, senza lasciarsi intimidire e avendo come unico riferimento i principi di legalità e di eguaglianza sanciti dalla Costituzione». «Sono contro la giustizia - si legge nel testo - gli insulti, le offese, le campagne di denigrazione di singoli giudici, le minacce di punizione, gli annunci di 'riforme' dichiaratamente concepite come strumenti di ritorsione verso una magistratura ritenuta colpevole solo perché si ostina ad adempiere al proprio dovere di accertare la commissione dei reati e di applicare la legge imparzialmente e in maniera uguale nei confronti di tutti i cittadini». «Sono contro la giustizia - afferma ancora l'Anm - gli attacchi alla Costituzione e ai principi di autonomia e indipendenza della magistratura. Sono contro la giustizia le iniziative legislative dirette esclusivamente a risolvere singole vicende giudiziarie e che hanno snaturato il processo penale. Sono contro la giustizia i continui tagli alle risorse, la riduzione degli organici del personale amministrativo, la mancanza di investimenti e di progetti per la modernizzazione del sistema giudiziario, la mortificazione della dignità professionale dei magistrati».