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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2011 alle ore 18:05.
"Le strade del Cairo sono molto tese dopo il coprifuoco, non c'è traffico. Gli abitanti hanno costruito barriere sulle vie ogni cento iarde (circa novanta metri, ndr), e hanno mazze, bastoni, spranghe di ferro e machete": sono alcune righe scritte dall'inviato del New York Times, Nicholas Kristof, atterrato ieri nell'aeroporto della capitale egiziana. Non ha segnato i suoi appunti su un taccuino, ma in una pagina di Facebook dove aggiunge altre informazioni durante la giornata.
E diventa un diario aggiornato dove i lettori commentano e chiedono notizie. Anche altri giornalisti hanno scelto di comunicare con il loro pubblico in tempo reale attraverso i social network, ancora prima di inviare gli articoli alle redazioni o di iniziare una diretta televisiva. Sono spesso descrizioni sintetiche, non più lunghe di un sms. Dan Nolan è un reporter di Al Jazeera e ha scritto di recente su twitter: "Quattro soldati sono entrati e hanno preso la nostra telecamera. Siamo sotto arresto militare". Al momento continua a pubblicare aggiornamenti in poche parole per descrivere cosa sta accadendo. Al Jazeera ha annunciato che Nolan e altri cinque giornalisti sono sotto sorveglianza dell'esercito: pubblica gli aggiornamenti sulla loro situazione attraverso un blog e twitter.
Se i reporter sul campo hanno scelto di raccontare in diretta le proteste con le pagine dei social network, gli attivisti locali devono superare, invece, le barriere tecnologiche per accedere al web: la maggior parte dei fornitori di servizi online in Egitto ha chiuso le porte di accesso a internet. Non è stato sufficiente, però, a scoraggiare la partecipazione: gruppi spontanei hanno costruito liste per raccogliere consigli su come aggirare le maglie della censura, utili per chi può ancora navigare su internet o per le persone che non hanno accesso al web.
I suggerimenti includono le istruzioni per collegamenti modem (dial-up) con l'estero, indirizzi internet numerici (come 128.242.240.52 per connettersi a twitter), l'invio di messaggi sms a un numero telefonico per la trascrizione dei testi nei social network. Sono soluzioni provvisorie, ma si moltiplicano con il passare delle ore, accanto alla ricomparsa di metodi più tradizionali per comunicare con altre nazioni, come l'invio di fax. E contano sulla collaborazione del pubblico online all'estero per facilitare la diffusione delle informazioni attraverso le reti sociali su internet. È dalle strade del Cairo che Jared Cohen, direttore creativo di Google, scrive analisi sull'uso in Egitto dei social network: ha 29 anni ed è stato tra i primi a intuire il valore di twitter durante le proteste in Iran. Ora osserva in un post: "La tecnologia non trasforma in attivisti, ma crea lo spazio per l'emersione di leader improbabili e la ridefinizione della società civile come qualcosa di più inclusivo/espansivo".