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Berlusconi: lo stallo è tutta colpa della bicameralina, gli equilibri devono essere modificati

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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2011 alle ore 17:27.

Tutta colpa della "bicameralina", di quel bruciante 15 a 15 di ieri che ha spinto il Consiglio dei ministri a varare in fretta e furia il decreto legislativo sul fisco municipale. Testo che ha incassato oggi lo stop del Colle che ha dichiarato "irricevibile" il decreto sul fisco municipale. Subito si è alzata la voce al premier. Che ha chiesto di modificare gli equilibri nella cosiddetta "bicameralina". La risposta in serata, con un comunicato congiunto delle presidenze di Camera e Senato: hanno dichiarato che ai fini della nomina dei componenti della "bicameralina" è stata rispettata la proporzionalità tra i gruppi. « Qualora venga chiesto dai Gruppi interessati - spiega la nota congiunta - per i Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica nulla osta ad effettuare una verifica della composizione dell'organo medesimo sulla base del dettato legislativo e dell'attuale consistenza numerica dei Gruppi parlamentari».

Bossi ha chiamato Napolitano
Oggi il Quirinale con una articolata spiegazione, in punta di diritto, ha spiegato che non si può liquidare come una formalità il no della "bicameralina" di ieri mattina, che il Parlamento è e resta centrale nell'ordinamento costituzionale, che il presidente della Repubblica si rifà alla Carta e, in questo caso, all'articolo 87. Il senatur Umberto Bossi ha preso il telefono e ha chiamato Napolitano. Una telefonata lunga e cordiale, con il ministro Bossi che ha preso il duplice impegno di andarlo a trovare al Quirinale, la prossima settimana. Andranno anche nelle aule parlamentari a dare comunicazioni sul decreto sul federalismo fiscale municipale.

Solo per fair play non è stato sostituito l'uomo del Fli
«Il federalismo è il target più importante della Lega - ha spiegato il premier dal Consiglio europeo di Bruxelles - mi è sembrato logico e naturale procedere con un decreto dopo il nulla di fatto in Commissione con il 15 a 15». Questo «incidente», ha spiegato il cavaliere, è dovuto alla mancata sostituzione in commissione dell'esponente di An, ora Fli. «Ricordo - ha detto il premier all'arrivo al Consiglio europeo di Bruxelles - che soltanto per fair play non avevamo provveduto a sostituire l'uomo di Futuro e Libertà, che invece era da cambiare perchè le commissioni devono rappresentare quello che è il Parlamento e quindi non è dato che in una commissione non ci sia quella maggioranza che invece c'è in Parlamento». Per i prossimi disegni di legge «si deve modificare la composizione della Commissione».

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La "bicameralina" era partita con la maggioranza
La composizione di questa bicameralina era partita con l'esponente in quota Fini, cioé Baldassarri, che allora faceva parte della maggioranza. Che con scissione del Pdl é passato con il Fli. Per convincere Baldassarri si sono spesi anche Berlusconi e Calderoli, che avrebbero concesso un miliardo per sgravi agli inquilini e le famiglie nella cedolare secca. Il finiano avrebbe promesso che si sarebbe astenuto. Salvo poi ricevere la chiamata di Fini: o con me o con il cavaliere. Anche Bossi aveva tentato inutilmente di convincere il presidente della Camera.

In arrivo 12 nuovi sottosegretari
Intanto è in arrivo un decreto legge per creare almeno altri 12 sottosegretari. L'annuncio sarebbe giunto direttamente dal premier durante la cena con il gruppo di Iniziativa Responsabile. Il premier avrebbe ventilato l'ipotesi al gruppo di parlamentari perchè «ormai le necessità di governo sono tali che i ministri non sono in grado di poter svolgere tutta la mole di lavoro che i ministeri richiedono». Una crescita sostanziosa giustificabile con le necessità di governo che sono tali da non consentire ai ministri di poter svolgere tutta la mole di lavoro richiesta.

Battibecco Barbareschi-Fini
Si è anche consumato un battibecco tra il presidente della Camera Gianfranco Fini e il deputato di Fli Luca Barbareschi, nel corso di una riunione del comitato promotore dell'Assemblea costituente di Futuro e libertà, che si svolgerà il prossimo fine settimana a Milano. Barbareschi avrebbe chiesto la presidenza della commissione Cultura di quell'Assemblea. E Fini gliela avrebbe negata, spiegandogli di non potergli affidare, in questa fase, nessuna responsabilità. Una frase che dai presenti è stata interpretata come un riferimento alle posizioni critiche assunte ultimamente dal deputato finiano e al ventilato abbandono di Fli per tornare alla maggioranza, che Barbareschi ha smentito, ma senza sciogliere del tutto l'incognita. Lo scambio di battute con il presidente della Camera, è però proseguito. E, di fronte alle rimostranze di Barbareschi, a un certo punto Fini avrebbe sbottato: «Ti dico qui, davanti a tutti, quello che ti avevo già detto in privato. Ci sono attori e pagliacci. I pagliacci non fanno sempre ridere, a volte fanno anche piangere». Barbareschi ha smentito «qualsiasi voce rispetto a un eventuale voto di scambio per avere in cambio il Teatro Valle di Roma».

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