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Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2011 alle ore 10:08.
La notizia trasmessa dalla Reuters e dalla tv di stato egiziana secondo cui il gasdotto egiziano che porta gas in Israele è stato attaccato (da componenti di Hamas, Hezbollah? ancora non si conoscono i dettagli) nella località di El Arish, da un possibile attacco terroristico apre scenari inquietanti.
La rivolta degli egiziani che ha avuto ieri la benedizione di Ali Khamenei, l'ayatollah iranianao erede di Khomenei, colpisce due punti strategici dell'Egitto di oggi: l'alleanza con Israele e la sicurezza delle vie di trasporto energetiche e, in prospettiva, marittime con in primo piano il canale di Suez da cui transitano due milioni di barili di petrolio al giorno. In un sol colpo si sono manifestate le due maggiori incognite della crisi egiziana che potrebbe mettere in ginocchio la fragile ripresa mondiale in atto in Occidente, dopo la crisi finanziaria scoppiata il 15 settembre 2008, con il fallimento di Lehman Brothers.
A rischio interessi occidentali e Israele
Se la transizione egiziana non riuscirà a mantenere saldamente in mano alle forze filo-occidentali la maggioranza delle leve del potere, allora i fratelli musulmani potrebbero colpire sia l'economia occidentale e i suoi interessi, sia isolare Israele nella regione. Per questo Washington deve essere cauto, estremamente prudente nell'interferire nella richiesta di una transizione immediata: deve al contrario lasciare all'esercito il tempo di preparare una transizione senza accelerazioni improvvise che potrebbero solo aiutare i nemici dell'Occidente.
Il precedente di Carter in Iran
Washington e Bruxelles devono chiedere stabilità prima che la piazza travolga l'Egitto caposaldo occidentale e dopo non resti che raccogliere i cocci di una politica avventurista. La politica del presidente Carter in Iran dovrebbe ricordare qualcosa: fu proprio Washington a chiedere allo scià di iniziare una transizione pacifica che consentì gli ayatollah di prendere il potere e costruire la prima teocrazia islamica in Medio Oriente.