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Mubarak si dimette. Poteri all'esercito, folla in festa. Cronistoria dei diciotto giorni della rivolta

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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2011 alle ore 13:16.

Dopo 18 giorni di rivolta, costati la vita a oltre 300 persone, Mubarak lascia la poltrona di presidente dell Egitto su cui sedeva da 30 anni. Il compito di annunciare la storia svolta è toccato al vicepresidente Omar Suleiman, nominato dallo stesso Mubarak nei giorni caldi della protesta.

La biografia del rais che ha guidato l'Egitto per 30 anni

I diciotto giorni che hanno cambiato la storia dell'Egitto

Il messaggio del vicepresidente
In un messaggio pronunciato alla tv di Stato Suleiman ha dichiarato: «Cittadini, durante le difficili circostanze che sta attraversando l'Egitto, il presidente Honsi Mubarak ha deciso di lasciare l'incarico di presidente della Repubblica e ha incaricato lo stato maggiore delle forze armate di amministrare gli affari del Paese. Che Allah possa aiutare tutti». La piazza Tahrir ha accolto con un immenso boato queste parole, arrivate dopo un'altra giornata di tensione nel paese. Proprio ieri, in un messaggio, il presidente Hosni Mubarak aveva detto di voler restare al potere smentendo così le voci di sue imminenti dimissioni circolate per tutto il giorno. «Solo la Storia potrà giudicare il nostro presidente Mohammad Hosni Mubarak» ha commentato la tv di Stato egiziana. Mubarak ha lasciato questa mattina il Cairo per recarsi, insieme alla famiglia, nella sua residenza di Sharm-el-Sheikh.

18 giorni di rivolta per cacciare Mubarak
Le dimissioni di Mubarak sono giunte dopo 18 giorni di proteste che hanno causato almeno 300 morti. Ieri sera Mubarak aveva annunciato il passaggio di una parte dei poteri al vice-presidente Souleiman, dicendosi tuttavia intenzionato a conservare la carica fino alla fine del mandato, a settembre. Ieri sera Mubarak aveva annunciato il passaggio di una parte dei poteri al vice-presidente Souleiman, dicendosi tuttavia intenzionato a conservare la carica fino alla fine del mandato, a settembre. Questa mattina l'esercito egiziano si era fatto «garante» delle riforme promesse da Mubarak, sottolineando la necessità di «un ritorno alla vita normale». Lo stato maggiore dell'esercito, in un messaggio letto alla tv da un presentatore, aveva garantito anche «un'elezione presidenziale libera e trasparente». Poi l'epilogo, con folle di manifestanti (un milione-un milione e mezzo, secondo le stime) scese in piazza per reclamare le dimissioni immediate del presidente.

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Presto un comunicato dei militari
Dopo le dimissioni di Mubarak fonti militari citate da Al Arabiya fanno sapere che a breve ci sarà un comunicato del Consiglio Supremo di Difesa, guidato dal ministro della Difesa, il maresciallo Mohammed Tantawi in cui sarà annunciato lo scioglimento due rami del Parlamento, le dimissioni del governo del premier Ahmed Shafiq e l'incarico al presidente della Corte Costituzionale di guidare il paese insieme ai militari.

Scene di giubilo in piazza Tahrir
Scene di giubilo e di gioia sono scoppiate a piazza Tahrir al Cairo, presidiata dai dall'inizio della protesta subito dopo l'annuncio. Decine di migliaia di persone che affollano la piazza del centro della capitale egiziana, sventolano esultanti la bandiera egiziana. «Questo è il più bel giorno della mia vita» ha detto Mohamed El Baradei, una delle figure di spicco dell'opposizione in Egitto. L'ex direttore dell'Aiea ha dichiarato che l'Egitto «è stato liberato dopo dieci anni di repressione» e che adesso si aspetta una «bella transizione». Rispondendo ad una domanda sulla possibilità che si candidi a presidente dell'Egitto ha poi detto: «La candidatura non è nei miei pensieri. Ho vissuto abbastanza e sono felice di vedere l'Egitto liberato». I Fratelli Musulmani, il più grande e più importante gruppo di opposizione in Egitto, si sono congratulati con «l'esercito che ha mantenuto le sue promesse» e con gli egiziani che hanno vinto «la loro battaglia», dopo l'annuncio delle dimissioni del presidente Hosni Mubarak.

L'entusiasmo contagia tutto il Medio Oriente
Esplosione di gioia a Tunisi alcuni minuti dopo l'annuncio delle dimissioni del presidente egiziano Hosni Mubarak. Un concerto assordante di clacson ha salutato il nuovo annuncio al Cairo da parte del vicepresidente egiziano Omar Suleiman. Quest'ultimo aveva appena dichiarato che il rais avevano lasciato l'incarico e rimesso il potere all'esercito. Il movimento di contestazione avviato in Tunisia a metà dicembre aveva causato la caduta il 14 gennaio del presidente Zine El Abidine Ben Ali e aveva contagiato molti Paesi arabi.

Le reazioni della comunità internazionale
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, segue in diretta l'evolversi degli eventi al Cairo e a breve rilascerà una dichiarazione. Il capo della diplomazia europea Catherine Ashton ha dichiarato: «Mubarak ha ascoltato la voce del popolo egiziano». Il segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa, si è detto «ottimista» per il futuro dell'Egitto. Raggiunto telefonicamente dalla CNN, Moussa ha detto che «ora il futuro dell'Egitto è nelle mani del popolo egiziano». Israele auspica una «transizione senza intoppi» in Egitto. Così una fonte del governo ha commentato le dimissioni di Hosni Mubarak.

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