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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2011 alle ore 15:40.
«L'Egitto rispetterà tutti i trattati nazionali e internazionali». Lo ha assicurato Il Consiglio supremo delle forze amate, guidato da un fedelissimo di Mubarak, il 75enne maresciallo di campo Mohammed Hussein Tantawi, in un messaggio televisivo in cui i militari ribadiscono la volontà di permettere una transizione pacifica per un governo eletto democraticamente.
Perché la rivoluzione in Egitto è un bene per Israele (di Kai Bird)
Dopo le dimissioni dell'ex rais Hosni Mubarak l'esercito al potere tenta di riportare una parvenza di normalità. È stata annunciata la riapertura per mercoledì della Borsa del Cairo, chiusa dal 27 gennaio, ed è stato ridotto di quattro ore il coprifuoco notturno che resterà in vigore solo dalla mezzanotte alle sei del mattino. L'esercito ha cominciato a smantellare le barricate erette dai contestatori che per 18 giorni sono rimasti accampati nella piazza-simbolo della rivolta.
La reazione positiva di Israele
Il governo israeliano ha accolto con soddisfazione l'annuncio con cui il Consiglio supremo delle forze armate egiziane si è impegnato a rispettare tutti i trattati internazionali vigenti che vincolano il paese, e quindi anche quello di pace concluso nel 1979 con lo stato ebraico. «È un annuncio positivo», ha commentato il ministro della Finanze d'Israele, Yuval Steinitz. «La pace non è soltanto nell'interesse nostro, ma anche in quello dell'Egitto. Sono molto lieto di questa presa di posizione», ha sottolineato ancora Steinitz. Nei giorni scorsi il premier Benjamin Netanyahu aveva sollecitato chiunque detenesse il potere al Cairo, presente e futuro, a continuare a osservare l'accordo.