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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2011 alle ore 18:12.
Giornata di guerriglia elettronica tra il collettivo Anonymous e la Polizia postale italiana, impegnata a evitare il black out dei siti del governo, camera e parlamento, messi sotto attacco dai pirati informatici. La notizia è stata confermata sia dal gruppo di hacker del gruppo Anonymous, attivisti pro Wikileaks che rivendicano l'obiettivo di difendere la libertà di espressione in Internet, che da fonti investigative. Gli attacchi sono stati di tipo Ddos (Distribuited denial of service, basati sulla tecnica del bombardamento di richieste di accesso al server con l'obiettivo di impedire gli accessi al sito colpito).
«Sapevamo dell'attacco e abbiamo predisposto delle contromisure che ci hanno consentito di rispondere in maniera adeguata», dicono le fonti, sottolineando che in alcuni casi sono state proprio le difese alzate a «bloccare» per brevi periodi i siti istituzionali. Ad esempio, nel corso della giornata è stato deciso di bloccare l'accesso dall'estero al sito del governo.
L'attacco ai siti istituzionali italiani, infatti, era stato annunciato dai giorni scorsi da Anonymous, già autore di un'incursione informatica ai danni del sito del governo a inizio mese (6 febbraio). Attacco che - come ha confermato la stessa Polizia Postale - non è stato di intensità tale da produrre il blocco del servizio. Ma il sito ha riportato problemi di caricamento.
La motivazione dell'attacco ai siti istituzionali italiani
E oggi, a distanza di una settimana, il collettivo hacker ci ha riprovato. «Anonymous non accetta che alla Camera durante un dibattito ci siano politici che si addormentano o peggio iniziano a usare un linguaggio scorretto, con cori da stadio o addirittura venendo alle mani», recita una comunicazione del gruppo sulle ragioni della scelta del sito camera.it tra gli obiettivi dell'attacco informatico.
Il gruppo precisa che nel mirino sono finiti anche governo.it, senato.it e parlamento.it, «hanno partecipato in almeno 1.400, e la decisione è stata frutto di un lungo dibattito che ha coinvolto i non-italiani». «Mentre loro litigano fuori da quella sede istituzionale centinaia di migliaia di famiglie non arrivano a fine mese - prosegue Anonymous - e non è rispettoso per nessuno offrire uno spettacolo del genere.