Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 19:33.
Un contrappasso del tutto involontario dal Tribunale di Milano per Silvio Berlusconi. Saranno infatti tre donne over 40, a giudicarlo sui due reati in connessione tra loro contestati dalla procura: concussione e prostituzione minorile, sui quali il Gip Cristina Di Censo, nella tarda mattinata di oggi, ha decretato il rinvio a giudizio del premier con rito immediato.
I tre magistrati Giulia Turri, Carmen D'Elia e Orsola De Cristofaro, fanno parte della quarta sezione penale, specializzata in reati contro la pubblica amministrazione (la concussione, appunto) e reati commessi nell'ambito dell'amministrazione della giustizia. Ma nella quarta sezione c'è un solo uomo: il presidente Oscar Magi. Gli altri magistrati sono tutte donne. Quindi la scelta era in qualche modo obbligata.
Il collegio non è operativo da molto tempo. Turri, che presiederà il collegio che giudicherà il premier, sino a pochi mesi fa lavorava all'ufficio gip, quello dei giudici per le indagini preliminari. E proprio mentre dal suo ex ufficio veniva investita, assieme alle colleghe, del procedimento a carico del cavaliere, lei, D'Elia e De Cristofaro, stavano conducendo un dibattimento altrettanto delicato. Quello per un'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione nel cuore di un altro palazzo di giustizia: quello di Pinerolo. Attenta alla procedura, Turri, stile misurato ma determinato, quasi mai brusca nel porre le domande ai testimoni, sembra piuttosto volersi mettersi nei loro panni, cercando di capire il retropalco degli eventi rappresentati in dibattimento.
Avvicinate dai cronisti de Il Sole 24 Ore per avere un commento a caldo le tre giudici fanno capire in modo inequivocabile di non avere alcuna intenzione di parlare. Così entrano nel bar Forum, di fronte all'ingresso di via Manara del palazzo di giustizia, verso una pausa pranzo un po' diversa dalle altre: circondate da una folla di colleghi, avvocati e pubblici ministeri, tutte e tre insieme siedono a un piccolo tavolo per un panino rapido. Si andrà dunque al dibattimento il 6 aprile. Non senza un commento caustico di un avvocato di passaggio: «Volevano il processo breve? Ce l'hanno avuto brevissimo».