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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 13:46.
Quattro date: 28 febbraio, 5 marzo, 11 marzo, 6 aprile. Sono le prime tappe della marcia giudiziaria di Silvio Berlusconi, ripresa dopo che la Consulta ha ridimensionato il legittimo impedimento confezionato ad uso e consumo del premier, e dopo il via libera del Gip Cristina Di Censo al giudizio immediato. Il presidente del Consiglio torna in Tribunale, a difendersi dalle accuse di corruzione giudiziaria (processo Mills), frode fiscale (Mediaset diritti-tv), appropriazione indebita e frode fiscale (Mediatrade), concussione e prostituzione minorile (Ruby). Ma mai come in questo caso il condizionale è d'obbligo, perché l'imputato non ha nessuna intenzione di difendersi in aula: non riconosce i suoi giudici, li considera politicizzati, incompetenti, persecutori. Dunque, la sua strategia difensiva sarà, ancora una volta, quella di difendersi "dal" processo, intrecciando manovre dilatorie con leggi approvate per raggiungere la prescrizione dei reati o l'estinzione del processo.
La strategia difensiva
Il principale strumento di cui si serviranno i suoi avvocati, Niccolò Ghedini e Piero Longo, sarà proprio il legittimo impedimento, o almeno quel che ne resta dopo la sentenza della Corte. E cercheranno di sfruttarlo al massimo, anzitutto spuntando un calendario di udienze che tenga conto degli impegni di governo del premier (peraltro tutti da varificare da parte del giudice) e di quelli parlamentari dei medesimi avvocati. Le udienze successive potrebbero essere concentrate il sabato e il lunedì (quando i lavori delle camere sono fermi e, generalmente, non c'è consiglio dei ministri) sempre che ciò sia compatibile con i lavori delle sezioni del Tribunale,di fonte alle quali si svolgono i processi. Oltre alle funzioni parlamentari e di governo, infatti, la Corte ha più volte ricordato che va tutelato l'interesse costituzionale alla ragionevole durata del processo). Tra l'altro, la concentrazione potrebbe essere sfruttata dalla difesa per far valere ulteriori legittimi impedimenti, legati all'impossibilità degli avvocati di seguire personalmente le udienze concomitanti, anche se non sarà facile convincere i giudici visto che gli avvocati sono appunto due e possono diversi il lavoro.