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Ecco chi è in pole position come candidato del Terzo polo a Milano

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 16:40.

Il Terzo Polo è da tempo a caccia di un candidato sindaco che il 15 maggio nelle elezioni comunali di Milano sfidi, con qualche possibilità di fare una buona figura, Letizia Moratti e Giuliano Pisapia. Il grande sogno di finiani, Udc e Api, cioè una ricandidatura in chiave terzopolista dell'ex sindaco Gabriele Albertini, è tramontato. Poi sono stati accantonati altri nomi. Recentissimo, infine, il definitivo "no" di Salvatore Carrubba, ex direttore del Sole 24 Ore ed ex assessore alla Cultura proprio nella giunta Albertini. A questo punto pare che il presidente del Consiglio comunale ambrosiano, Manfredi Palmeri, debba attendere soltanto il via libera ufficiale delle segreterie dei partiti coinvolti nella scelta per potersi presentare pubblicamente come candidato sindaco del Terzo Polo.

Da quando l'assessore alla Salute di Milano, Giampaolo Landi di Chiavenna, dopo essersi attendato tra quelli della prima ora nell'accampamento ribelle di Futuro e Libertà, è tornato nei ranghi del Pdl, Palmeri e la consigliera comunale Barbara Ciabò sono rimasti i soli a sventolare la bandierina finiana a Palazzo Marino. In occasione della recente Assemblea costituente di Fli che si è svolta alla Fiera di Rho-Pero, Palmeri, che ha da poco compiuto trentasette anni, è stato autorevolmente definito come "giovane segnale di novità" da Gianfranco Fini in persona. E il presidente del Consiglio comunale ha dalla sua anche i dati emersi da alcuni sondaggi che lo indicherebbero come capace di un risultato dignitoso nel caso di una sua corsa verso la poltrona di sindaco.

Palmeri, provvisto di un nome di schietto sapore siciliano come Manfredi, è nato a Palermo nel 1974 ed è diventato cittadino milanese soltanto nel 2001, anno in cui è stato eletto per la prima volta nel consiglio comunale del capoluogo lombardo. Il legame con l'isola e con le origini familiari, che conducono a Salemi, non si è spezzato con il trasferimento a Milano e Palmeri conserva una piccola azienda agricola nel trapanese dedita alla viticoltura. La politica lo appassiona fin da ragazzino e al liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo già si esibisce nel ruolo di rappresentante degli studenti. Arrivato a Milano per studiare Economia aziendale alla Bocconi, Palmeri si fa notare in ateneo, fondando prima il gruppo studentesco Università liberale e poi B.Lab-Alleanza liberale. Tra le iniziative "politiche" in Università, il FantaStriscia: una sorta di Fantacalcio basato sul numero di apparizioni nei servizi della trasmissione satirica di Antonio Ricci dei vari politici "comprati" dai partecipanti al gioco (il pezzo forte era Massimo D'Alema).

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Cresciuto politicamente nella larga orbita di Marcello Dell'Utri, Palmeri ottiene una candidatura nelle liste di Forza Italia nel 2001. Grazie a quasi mille preferenze riesce a entrare in Consiglio comunale e, con i suoi ventisette anni, è il più giovane componente dell'Assemblea. Nonostante la giovane età Palmeri diventa subito vicecapogruppo dei consiglieri di Forza Italia (di cui verrà promosso capogruppo soltanto tre anni più tardi). Dopo una breve parentesi romana come assistente della segreteria politica di Palazzo Chigi, Palmeri decide di concentrarsi nel lavoro che sente più "suo", quello nell'Aula di Palazzo Marino. Nel 2006 con un incremento delle preferenze è rieletto in Consiglio comunale e ne diventa presidente. L'anno scorso tenta il salto verso il Pirellone. Raccoglie quasi cinquemila preferenze personali, ma non sono abbastanza per sedersi su uno scranno del Consiglio regionale lombardo. La mancata elezione gli consente però di mantenere la carica di presidente dell'Inter Club di Palazzo Marino, ricevuta in omaggio alla sua accesa tifoseria per la squadra di Massimo Moratti.

Pizzetto, occhiali con montatura extralight, chioma riccioluta e rosee guance pienotte, Palmeri è un recordman delle presenze in Consiglio comunale. Dal 2006 all'inizio del 2011 mai, neppure una volta su 2930 votazioni, un raffreddore o un'urgenza fisiologica gli hanno impedito di premere il bottone. Il suo non trascurabile cursus honorum, tutto sviluppato all'interno di Forza Italia prima e poi del Pdl, ha fatto sì che il suo passaggio a Futuro e Libertà abbia sorpreso molti. Ma lui ha assicurato che questa decisione, accolta da Silvio Berlusconi con una telefonata che Palmeri ha definito "sobria ed elegante", è frutto di un percorso lineare. In ogni caso, il presidente dell'Assemblea meneghina non vuole collocarsi né tra i falchi né tra le colombe: «Meglio un gabbiano – ha detto in un'intervista al Giornale – La scaramanzia del mare dice che non vanno uccisi».

Mentre attende l'investitura ufficiale Palmeri continua in questi giorni il suo lavoro al Comune. La settimana scorsa, in ossequio alle direttive antismog, ha fatto abbassare la temperatura dell'Aula da ventitré a venti gradi, suscitando l'ira di consiglieri freddolosi e incappottati. E ieri ha aperto i lavori del Forum economico Italia-Mongolia, sulla scia di una sua qual certa dimestichezza con il paese asiatico, in cui si è recato due volte in visita ufficiale. La prima per caldeggiare la candidatura lombarda all'Expo 2015, la seconda per firmare un Protocollo di cooperazione biennale tra il Comune di Milano e quello di Ulaanbaatar e per incontrare l'allora presidente mongolo Nambaryn Enkhbayar.

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FOTO / Chi era presente all'Assemblea costituente di Futuro e Libertà

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