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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 06:39.
Si apre il fronte giudiziario romano delle inchieste su presunti festini del presidente del Consiglio. La procura di Milano, infatti, ha inviato, per competenza territoriale, ai colleghi romani di piazzale Clodio, una serie di fascicoli di attività inquirente svolta nei confronti della corte di ragazze che ruota attorno al capo del Governo.
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Il mirino investigativo è puntato, in particolare, sul castello di Tor Crescenza, situato alle porte della capitale, dove Silvio Berlusconi ha passato più volte, di recente, momenti di relax, tanto da essere considerata ormai la residenza romana alternativa a palazzo Grazioli. I fascicoli sarebbero stati trasmessi d'intesa tra il capo della procura di Milano, Edmondo Bruti Liberati, e il numero uno della procura di piazzale Clodio, Giovanni Ferrara. Anche se ieri in tarda serata Bruti ha escluso «contatti con la procura di Roma». Al momento non ci sarebbero ancora né fascicoli aperti né iscritti nel registro degli indagati.
Intanto sono le ore decisive al palazzo di giustizia di Milano. I fari sono puntati sul settimo piano, dove hanno sede gli uffici dei giudici per le indagini preliminari. È qui che il gip Cristina Di Censo sta ultimando la lettura degli atti sulla richiesta di rito immediato per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, indagato per concussione e prostituzione minorile. La decisione potrebbe arrivare già oggi, anche se il termine dei cinque giorni per stabilire o meno l'evidenza della prova non è perentorio. E dunque Di Censo potrebbe anche decidere di esaminare con più calma le 782 pagine inviate dai procuratori aggiunti Ilda Boccassini e Pietro Forno, e dal sostituto procuratore Antonio Sangermano, prima di sciogliere la riserva.
Se il gip accoglierà le richieste della procura per entrambi i reati, il processo contro Berlusconi inizierebbe entro due mesi. Ma esistono anche altre possibilità. Il gip potrebbe non ravvisare l'esistenza di una connessione tra i reati: in questo caso il rito immediato potrebbe essere concesso soltanto per la concussione mentre per la prostituzione minorile si procederebbe con citazione diretta. Se invece Di Censo dicesse no al rito immediato per tutti i reati, la procura dovrebbe percorrere la strada del processo ordinario. C'è poi un'ulteriore ipotesi: il gip potrebbe ritenere competente il tribunale dei ministri.