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Berlusconi rinviato a giudizio per concussione e prostituzione minorile. Prima udienza il 6 aprile

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 11:37.

Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio con rito immediato per concussione e prostituzione minorile nell'ambito del caso Ruby dal giudice per le indagini preliminari di Milano, Cristina Di Censo. A darne notizia è un comunicato del presidente dell'ufficio Gip e Gup di Milano, Gabriella Manfrin. Il processo inizierà il 6 aprile prossimo, alle 9.30, davanti ai giudici della quarta sezione penale in composizione collegiale.

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Il Gip ha disposto il processo in quanto sussiste la prova evidente. L'evidenza probatoria, tuttavia, si riferisce non alla prova della responsabilità a carico di Berlusconi, ma alla prova della fondatezza delle accuse contestate al premier. In sostanza, il Gip spiega che c'è una prova della fondatezza delle accuse tale da poter sostenere le stesse in un giudizio di fronte a un tribunale, che dovrà poi decidere sulla responsabilità penale del capo del governo. Il presidente del Consiglio, scrive tra l'altro il giudice Di Censo nelle 30 pagine del decreto con cui ha disposto il rinvio a giudizio, avrebbe commesso la concussione abusando della sua qualità di premier e non abusando delle funzioni di primo ministro. Di qui, secondo il gip, che cita a supporto anche due sentenze della Cassazione, origina la competenza a indagare da parte della Procura di Milano. Se il reato infatti fosse stato commesso con abuso delle funzioni di primo ministro sarebbe stato di competenza del tribunale dei Ministri.

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Un quadro probatorio, quello messo a punto dai magistrati Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano, che ha quindi convinto il Gip, che dopo sei giorni di analisi del caso ha deciso di accogliere la richiesta della procura. «Posso solo dire che andremo in udienza», ha commentato il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati.

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Tre donne giudicheranno il premier
Dal decreto del Gip si evince che Ruby «Rubacuori» e il ministero dell'Interno sono le parti lese nel processo che sarà celebrato con rito immediato il 6 aprile a Milano: Karima El Mahroug, in arte Ruby, è persona offesa nel procedimento in relazione al reato di prostituzione minorile contestato a Berlusconi, in quanto il premier avrebbe commesso atti sessuali con la giovane in cambio di denaro o altre utilità dal febbraio al maggio dello scorso anno, quando la ragazza non aveva ancora 18 anni. Il ministero dell'Interno, invece, è parte offesa in relazione al reato di concussione ipotizzato nei confronti di Berlusconi in relazione alla telefonata che il premier fece nella notte tra il 27 ed il 28 maggio scorso in questura a Milano per ottenere il «rilascio» di Ruby, che era stata portata negli uffici della polizia in seguito alla denuncia di un furto.

Le altre parti lese sono tre funzionari della Questura di Milano, il capo di gabinetto Pietro Ostuni e i funzionari Giorgia Iafrate e Ivo Morelli, i quali, secondo l'accusa, avrebbero subito pressioni dal premier che in quella notte di maggio chiamò negli uffici di via Fatebenefratelli per ottenere il rilascio di Ruby. A giudicare Silvio Berlusconi saranno tre donne, i giudici Carmen D'Elia, Orsolina De Cristofaro e Giulia Turri. «Abbiamo già tre donne nel processo Mills: le signore sono sempre gradite e qualche volta gradevoli», ha commentato il senatore e avvocato del premier Pietro Longo.

Berlusconi non commenta, ma lascia la conferenza stampa a Catania
Silvio Berlusconi, che era in Sicilia insieme al ministro dell'Interno Roberto Maroni, ha lasciato Mineo senza fare dichiarazioni né commentare il giudizio immediato sulla vicenda Ruby. Il presidente del Consiglio è uscito in auto dal residence degli Aranci di Mineo dopo aver tenuto un sopralluogo nella struttura che potrà ospitare migliaia di immigrati sbarcati in Sicilia. Secondo quanto si appreso, il premier non parteciperà alla conferenza stampa alla Prefettura di Catania, ma rientrerà immediatamente a Roma per impegni improrogabili.

Napolitano apprende la notizia durante una cerimonia al Quirinale
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha appreso la notizia del rinvio a giudizio del premier durante una cerimonia pubblica nel Salone dei Corazzieri del Quirinale, tramite un biglietto che gli è stato consegnato. All'incontro pubblico per la consegna dei «Premi Presidente della Repubblica» dell'Accademia dei Lincei, dell'Accademia di Santa Cecilia e dell'Accademia di San Luca era presente anche il sottosegretario Gianni Letta, che subito dopo la cerimonia è andato via opponendo un sorriso alla richiesta dei giornalisti di fare un commento. Durante la cerimonia, il capo dello Stato aveva detto che l'Italia, anche «in tempi difficili come quelli di oggi», «fra tanto frastuono e motivi di ansietà che viviamo» non deve dimenticare il valore e la priorità che sempre la cultura rappresenta.

Le prime reazioni
«Non ci aspettavamo nulla di diverso»: è questa la prima reazione dell'avvocato Pietro Longo, uno dei difensori di Silvio Berlusconi, commentando la notizia del rinvio a giudizio del premier per concussione e prostituzione minorile. Ovviamente stizzite le reazioni nel Pdl: «Mai nella storia d'Italia vi è stato un uso della giustizia così finalizzato alla lotta politica. E' inevitabile un intervento del capo dello Stato», ha detto il ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi. «Il governo va avanti, resistendo a questi tentativi di manomettere l'equilibrio politico del Paese», ribatte il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «Ci sarà la risposta dei legali del premier. Il governo, dal punto di vista politico - aggiunge Cicchitto - porterà avanti la sua azione non facendosi distogliere da questo tentativo di modificare il quadro politico attuale».

Dall'opposizione, Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell'Italia dei Valori, chiede che «Berlusconi vada a farsi processare ed è meglio per tutti se si va al voto. Due italiani su tre non hanno più fiducia in Berlusconi - premette - il Parlamento non lavora, è paralizzato, il Governo non c'è. L'Italia è paralizzata». «Berlusconi si proclama perseguitato e innocente - aggiunge Dario Franceschini del Pd - Allora vada a difendersi davanti ai giudici come tutte le persone che non hanno nulla da nascondere e risparmi al suo Paese la figura di un presidente del Consiglio processato per prostituzione minorile».

Ruby: «Voglio solo stare tranquilla»
«Voglio solo stare tranquilla». Karima El Mahroug, in arte Ruby 'Rubacuorì, si limita a commentare così, al telefono del fidanzato Luca Risso, la notizia del giudizio immediato che il gip di Milano ha disposto nei confronti del premier Silvio Berlusconi. «Mi dispiace - è stato il commento a caldo della ragazza - voglio solo stare tranquilla».

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