Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 06:35.
Rischiamo più di 80mila arrivi, dice il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. In realtà, di fronte all'esodo incessante dei tunisini sulle coste siciliane – potrebbe calare, per ora, solo con il maltempo, ma per poi riprendere – il timore più immediato del responsabile del Viminale è anche un altro. Gli afflussi, al momento, ammontano in totale a 5.278 persone in cinque giorni. Dei migranti arrivati, ha proseguito il ministro, 2.644 sono stati trasferiti da Lampedusa versoaltre strutture.
Tra gli sbarcati anche eredi della famiglia Ben Ali (di Mariano Maugeri)
L'Ue accusa: rifiutati i nostri aiuti (di Adriana Cerretelli)
La stragrande maggioranza sono maschi giovani. Ci sono pochi minori (70) e pochissime donne (18). Le domande di asilo, spiega Maroni in conferenza stampa, sono un numero esiguo: «Dalle interviste che abbiamo fatto sappiamo che molti di loro vogliono andare in Francia». Se presentassero istanza di asilo, rischierebbero di non poter passare i confini italiani. Oltre al fronte dell'accoglienza, dunque, il problema più grande per Maroni è il numero e il destino dei clandestini sbarcati. I pattugliamenti in mare, come quelli fatti con la Libia, al momento non sono immaginabili, perché implicano un accordo con le autorità tunisine tutto da costruire.
E Tunisi ha già respinto la proposta italiana di inviare poliziotti in sede. Ieri sera, in proposito, il ministro degli Esteri Franco Frattini ha incontrato il capo del governo transitorio tunisino Mohammed Ghannouchi. Ma c'è di più: la solita trafila clandestino-identificazione-espulsione-rimpatrio, tante volte applicata dal Viminale, stavolta non regge. Presuppone un accordo, sempre con le autorità tunisine, per riportare in patria gli immigrati irregolari. Quell'intesa oggi non c'è e Maroni deve trovare una via d'uscita da questa trappola.
Intanto oggi il ministro dell'Interno vola vicino Catania con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per verificare le capacità di accoglienza di un villaggio vicino alla base di Sigonella. Il Viminale è alla ricerca di tutte le strutture in Sicilia – il prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, è anche comissario straordinario all'emergenza umanitaria – capaci di ospitare i migranti, come alberghi e conventi. Per vigilare sui diversi centri interessati sono in arrivo 200 militari di rinforzo, un contributo concordato con il ministro della Difesa, Ignazio la Russa, pronto ad attingere tra i soldati impegnati nell'operazione «Strade sicure».