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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2011 alle ore 16:30.
LONDRA - L'era dei sussidi è finita. Una vita alle spalle dello Stato non sara più possibile: lo ha garantito il premier britannico David Cameron presentando oggi la nuova legge sul Welfare. La riforma avviata dal Governo di coalizione è la più radicale in oltre sessant'anni di Stato sociale e prevede l'eliminazione del complesso sistema di sussidi, rimborsi e benefit a favore di un sussidio unico universale che entrerà in vigore nel 2013.
Lo Stato conta così di risparmiare 5,5 miliardi di sterline nei prossimi quattro anni ma soprattutto, ha detto il premier, "vuole cambiare la cultura". L'obiettivo è modificare la situazione paradossale per cui per oltre 5 milioni di inglesi del tutto dipendenti dai sussidi statali allo stato attuale è più conveniente non lavorare dato che gli aiuti sono più generosi di molti stipendi . "Il sistema dei sussidi ha creato una cultura di dipendenza, - ha detto il premier, - ma non posso credere che ci siano cinque milioni di persone che sono pigre, non hanno voglia di lavorare e non hanno alcun interesse a migliorare le condizioni di vita loro e delle loro famiglie."Secondo il Governo la riforma porterà un milione di persone a "uscire dalla trappola della povertà" e a trovare lavoro, guadagnando almeno 25 sterline alla settimana in più rispetto al sussidio di disoccupazione. Mentre ora alcune famiglie abili nello sfruttare il sistema ricevono decine di migliaia di sterline, il tetto massimo di aiuti statali verrà ridotto a 26mila sterline all'anno per famiglia.
"La cultura della responsabilità si è perduta, - ha detto Cameron. – Lo si vede nel numero di persone che si danno malate quando possono lavorare o nei disoccupati che rifiutano tutte le offerte di impiego." Chi non accetta il lavoro che gli viene offerto rischia di perdere il sussidio di disoccupazione per tre anni. Lo Stato inoltre, ha avvertito il premier, diventerà più efficiente e più rigoroso nei controlli, sia sui lavoratori in permesso malattia che sui disabili e le persone che ricevono sussidi di invalidità per accertarsi che davvero non siano in grado di lavorare. Cambia anche la terminologia: il sussidio di invalidità diventa ora il "contributo all'indipendenza personale".