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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2011 alle ore 06:37.
Una nuova carta acquisti da sperimentare per un anno in 10 città, che sarà distribuita ai beneficiari attraverso enti non profit attivi nel contrasto alla povertà alimentare (ovvero la gestione di mense) e nell'aiuto alle persone senza fissa dimora. Con una soglia Isee più "larga" dei 6.235 euro attuali per misurare il reddito dei beneficiari. È questo l'identikit della social card versione 2011, che sarà delineata dal decreto del ministero del Lavoro a cui il Dl milleproroghe ha affidato l'attuazione dell'ultimo intervento di contrasto alla povertà deciso dal governo.
L'articolo 2 quater del milleproroghe che ha introdotto la sperimentazione della nuova social card non ha abolito la vecchia carta acquisti, caricata dallo Stato con 40 euro al mese da usare per la spesa alimentare e per pagare le bollette e distribuita a 734mila anziani e famiglie con bambini sotto i tre anni, da dicembre 2008 a dicembre 2010. I due sistemi, dunque, coesisteranno: chi ha i requisiti, può continuare a chiedere la vecchia carta.
Quello che cambia, ora, è l'intermediazione affidata al terzo settore. Saranno cioè quelli che il milleproroghe definisce «enti caritativi» i destinatari della carta, che dovrà poi essere assegnata, da questi, alle persone «in condizione di bisogno». La nozione di «ente caritativo» giuridicamente non esiste e questo ha già creato polemiche e incertezze all'interno del terzo settore. Fonti del ministero del Lavoro assicurano comunque che l'interpretazione sarà «larga» e che nell'attuazione del programma saranno inclusi gli enti attivi nel contrasto alla povertà alimentare ed estrema, con l'apertura a diverse forme giuridiche, dalle associazioni alle organizzazioni di volontariato.
La sperimentazione riguarda le città con più di 250mila abitanti, secondo lo schema delle aree metropolitane: ci saranno dunque Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli. E probabilmente Palermo o Catania.
Ci saranno due sistemi di accreditamento per gli enti, uno nazionale, destinato alle associazioni maggiori, e uno comunale, per le piccole realtà locali. Il ministero conta di poter concludere la fase della selezione degli enti in tempi brevi, dopo l'emanazione del decreto attuativo (che dovrà avvenire 30 giorni dopo l'entrata in vigore della legge di conversione del Dl milleproroghe, ora all'esame della Camera).