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Ruby chiede ad Ap 15mila euro per un'intervista, l'agenzia americana rifiuta

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2011 alle ore 15:16.

Ruby chiede 15mila euro all’Associated Press per un’intervista e l’agenzia giornalistica Usa risponde picche: l’Ap ribadisce di essere una cooperativa senza fini di lucro e di “non pagare in nessun caso per le interviste”. E’ così andato a vuoto l’ultimo tentativo di Ruby Rubacuori di fare cassa approfittando del fatto di essere al centro dello scandalo che porterà Silvio Berlusconi a processo per prostituzione minorile e concussione.

In uno scambio di e-mail con l’Associated Press che si è svolto tra mercoledì e giovedì, la teenager marocchina, Karima el-Mahroug, ha detto di non avere fatto nulla di male e ha lamentato di essere stata “trattata come una prostituta da tutti i media italiani e stranieri “.
“Voglio essere risarcita per essere stata ferita così tanto e tutto l’oro del mondo non sarebbe abbastanza”, ha scritto Ruby all’Ap, in italiano.

Ruby ha chiesto 15mila euro per un’intervista televisiva con l’Ap dicendo “Non faccio niente per niente”, scrive l’agenzia in una notizia dal titolo “Esclusiva Ap: Donna al centro inchiesta prostituzione Berlusconi vuole compensazione per danni”. Il lancio è stato ripreso da molti siti statunitensi, tra cui quello del Chicago Tribune.

Ma le interviste a pagamento non sono ammesse dalla deontologia professionale dell’agenzia di stampa americana.

Tra i media Usa, il Wall Street Journal pubblica un commento intitolato “Berlusconi: disfatto dalla Dolce Vita?”. Michael Ledeen si domanda se davvero il premier italiano, che ha una strabiliante “longevità politica”, possa essere rovesciato da una storia di sesso “nella terra del latin lover”.

Il fatto che saranno tre donne a giudicarlo “non è stato il risultato di una manovra”, osserva l’opinionista, poiché, a parte il presidente, l’intera quarta sezione penale di Milano è composta da donne. “Più preoccupante – a suo parere - è la composizione politica della magistratura, che è stata per la stragrande maggioranza di sinistra per decenni”. Ledeen fa un’analogia per chiarire le idee dei lettori americani: “Immaginate Dick Cheney a processo di fronte a una Corte della facoltà della Yale Law School””, la facoltà di legge che negli anni ’60 era al cuore della rivolta studentesca.

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Ledeen avverte però alla fine che Berlusconi “non è ancora stato condannato” e che gli appelli alle dimissioni provenienti dall’opposizione indicano una certa ansia. Il suo pronostico: “Il processo non sarà così immediato come alcuni sperano e nessun italiano saggio scommetterà la sua villa su un verdetto di colpevolezza”.

Per chi teme di essersi lasciato sfuggire qualche parola dell’intervista di Nicole Minetti alla Cnn, il sito internet del network Usa mette a disposizione la trascrizione.
La Minetti, sotto indagine con l’accusa di avere procurato prostitute a Berlusconi, nega di averlo fatto e sostiene che le feste di Berlusconi non avevano niente di scandaloso.

Dello scandalo non poteva non riparlare l’Economist in edicola oggi, che definisce Berlusconi “il leader politico più maschilista d’Italia dopo Mussolini”.  Il titolo, “Berlusconi contro la città delle donne”, è un riferimento al film di Fellini “La città delle donne” che condusse gli spettatori “nell’incubo di un maschio latino sconvolto dall’avvento del femminismo”. L’articolo fa un parallelo tra Berlusconi e il protagonista del film, Snaporaz, processato dalle donne che tanto ama.

L’Economist ricorda la protesta delle donne del 13 febbraio, sottolinea la disparità tra i sessi in Italia e l’uso “avvilente” delle donne nella pubblicità, soprattutto sui canali Mediaset. Il rinvio a giudizio deciso dal gip Cristina Censo è forse “il più duro colpo” subito da Berlusconi da quando è entrato in politica.

Dopo avere ripercorso la politica e giudiziaria del premier, l’Economist conclude: “'Nei tempi recenti i primi ministri italiani hanno presentato al mondo spettacoli straordinari: Giulio Andreotti messo sul banco degli imputati per collaborazione con la mafia, Bettino Craxi fuggito dal Paese per evitare il carcere per corruzione. Ma non c'è mai stato nulla di simile” a quanto accade ora.

Con una foto di un bimbo che fa i capricci di fronte a un cono gelato tricolore, sulla copertina del suo sito web il Times di Londra chiama l’Italia “il bambino viziato d’Europa”. “Scandali e caos” sono tipici dell’Italia, dicono alcuni. Ma le “buffonerie” di Berlusconi “non sono divertenti”.

Il Guardian pubblica un’analisi di Sophie Arie: “Combattere contro Berlusconi, le donne italiane scendono in piazza”. “Finalmente le donne italiane escono allo scoperto per protestare contro il loro miliardario leader sessista. Perché ci hanno messo tanto?”, si domanda l’articolista.
Si ricorda che in passato le donne sono state il nocciolo duro degli elettori di Berlusconi. “Ma ora che un’ampia parte della popolazione femminile ha mostrato di avere esaurito la tolleranza, le chance di Berlusconi di rimanere al potere appaiono più esigue”.

Il Telegraph nota come una rivista di proprietà di Berlusconi abbia cercato di contestare le accuse di “bunga bunga” e presentare un’immagine alternativa della sua vita sociale. Il settimanale “Chi” ha infatti pubblicato le foto di una serata del veglione di Capodanno che si tenne il 31 dicembre 2008 a Villa Certosa, in Sardegna, dove sei giovani donne ballavano sul palco vestite come Babbo Natale (ma in minigonna).
Il magazine – spiega il Telegraph – sostiene che la festa è una prova che alle feste del premier non succedeva “niente di sconveniente”.

Il Rubygate è di nuovo sulla homepage del sito di Le Figaro: “Nuove rivelazioni schiacciano Silvio Berlusconi”. “Il capo del governo italiano sapeva che Ruby era minorenne quando ha comperato i suoi favori”.

Ruby è nota per essere una ladruncola mitomane, scrive Richard Heuzé, ricordando che i magistrati la descrivono come “un concentrato di dolore, intelligenza e malizia”, con conflitti di famiglia, d’identità e di religione. Nel suo secondo interrogatorio, per esempio, parla della presenza ad Arcore di George Clooney, “un’invenzione pura e semplice”.
Berlusconi finge serenità”, ma il suo processo “ha già avuto effetti disastrosi”, conclude Le Figaro: è la prima volta che un capo di governo italiano in carica deve rispondere di accuse del genere, “un imbarazzo sulla scena internazionale e davanti all’opinione pubblica, dove fa la figura del colpevole”.

Mentre El Mundo ha una cronaca su una protesta femminista contro Berlusconi che si è svolta a Madrid davanti all’ambasciata italiana, El Pais si concentra sulle vicende parlamentari: “Fini accusa Berlusconi di usare il suo potere finanziario per ampliare la maggioranza”: il nuovo partito di Gianfranco Fini, Futuro e Libertà, è “nel caos” e il presidente della Camera dice: “E’ difficile resistere alle numerose armi di seduzione” di chi governa.

Berlusconi – scrive Miguel Mora - necessita dell’appoggio di 325 deputati (ora ne ha 316) alla Camera per “bloccare o almeno ritardare” con il voto segreto di una mozione parlamentare il processo del caso Ruby, la cui prima udienza è fissata per il 6 aprile. La battaglia decisiva per la sopravvivenza del governo si gioca alla Camera e “i canti della sirena ai finiani sono continui”.

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