Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2011 alle ore 08:07.
DERNA - Prima di accedere alla "Libia liberata", battezzata anche "repubblica provvisoria della Cirenaica", la frontiera egiziana appare un girone infernale; migliaia di mezzi, carichi di ogni merce, pronti ad accogliere i nuovi arrivati, paralizzano le corsie. C'è chi impreca contro le guardie egiziane, chi esibisce il passaporto, chi sbandiera conoscenze altolocate. Da quando la polizia libica ha abbandonato le postazioni «sono arrivate dalle 10 alle 15mila persone, in 24 ore», precisa un funzionario. Anche diversi libici. «Prima o poi Gheddafi bombarderà anche le città della Cirenaica», confida di fretta un libico. I funzionari egiziani non sanno più come orientarsi. Un anestesista libico che vuole andare a Bengasi è infuriato; gli hanno ritirato il passaporto per controllarlo restituendogliene un altro. La lunga corsia che porta in Libia è invece deserta.
Obama: violenza mostruosa, i responsabili dovranno rispondere
La Ue minaccia sanzioni contro il regime (di Adriana Cerretelli)
Arrivati all'altra frontiera ci si imbatte in civili, vestiti di giubbotti di pelle sgualciti. «Benvenuti», ripetono. Nessuno, però, sa indicare chi è il funzionario capo. «Nella Libia comanda la rivoluzione», risponde un giovane, doppietta a tracolla e bandana in testa. Varcata la frontiera la situazione appare calma. Quasi non si fosse mai combattuto; i benzinai funzionano, i negozi sono aperti. Verrebbe quasi da non credere alle statistiche sulle vittime che crescono giorno dopo giorno e assumono le dimensioni di un brutale conflitto civile. Mentre il pulmino corre a 130 km orari, sfiorando i grandi manifesti con scritto "Libia Libera", la radio annuncia una stima della tv al Arabya: le vittime sarebbero 10mila, i feriti 50mila. Meno drammatiche seppure gravi altre stime, attorno al migliaio di morti. Nel pomeriggio arrivano voci di nuove bombe sui dimostranti sganciate a Tripoli all'alba e perfino fosse comuni nei dintorni della città. I capi dei comitati popolari che hanno in mano questa regione ripetono lo stesso ritornello. «L'opposizione controlla tutta la zona costiera: dalla frontiera fino ad Adjabiya, passando per Tobruk e Bengasi». Per un'ampia parte del territorio lo possiamo constatare anche noi. In serata Al-Arabiya annuncerà che Gheddafi è asserragliato a Tripoli, difeso dai fedelissimi.