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Gheddafi: ribelli manipolati da Bin Laden. Malmenati giornalisti italiani. Casa Bianca: agire in fretta

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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2011 alle ore 10:50.

Il leader libico Muammar Gheddafi torna a parlare in tv. Questa volta non di persona ma collegato via telefono. Il primo obiettivo dei suoi strali è Osama Bin Laden. Secondo il dittatore libico Bin Laden sta dettando le richieste ai ribelli. Il leader di Al Qaeda, secondo Gheddafi «ha distribuito delle pillole stupefacenti e droghe agli abitanti di Zawya per combattere contro il nostro caro Paese». L'obiettivo per Gheddafi è quello di «creare un emirato islamico in Libia». Non manca un accenno alla questione petrolifera. «Se la situazione peggiorerà si interromperà anche il flusso del petrolio» ha detto.

La Ue minaccia sanzioni contro il regime (di Adriana Cerretelli)

La Casa Bianca vuole agire in fretta in Libia, dove la situazione sta precipitando. Secondo il portavoce Jay Carney «siamo interessati in una azione rapida» dato che la sitaziione «richiede azioni rapide». Gheddafi ha fatto avere un messaggio agli Stati Uniti. Lo ha riferito il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Philip Crowley, nel consueto briefing con i giornalisti, senza aggiungere ulteriori dettagli.

Roma scelta per evacuazione
«Abbiamo designato Roma come città per l'evacuazione delle persone provenienti dalla Libia». Lo ha annunciato il capo di gabinetto della Fao Herve Leveune dopo essere sceso all'aeroporto di Pratica di Mare dal C130 proveniente da Tripoli. Il velivolo, che è partito da Tripoli, ha trasportato 47 passeggeri. Il secondo C-130, partito da Sebah, è atteso allo stesso scalo alle 20.05. A bordo di questo secondo velivolo ci sono 97 persone, di cui 54 italiani, 9 inglesi, 3 francesi, 10 tedeschi, 9 austriaci e 10 sloveni.

«Genitori, disarmate i vostri figli»
«I vostri figli vengono utilizzati per raggiungere uno scopo. Disarmateli e catturateli! Genitori, fratelli, uomini di chiesa, intellettuali, avete una responsabilità: dovete parlare con loro e arrestare chi li ha manipolati» ha detto ancora il leader libico. Gheddafi ha esortato i libici ad una jihad contro i rivoltosi così come «quando gli italiani colonizzarono una nostra terra ci fu una jihad contro gli italiani». Nel suo discorso tv il leader libico ha messo in guardia gli Usa da un «intervento militare» in Libia «con la scusa di combattere al Qaida». E poi il paragone con Iraq e Afghanistan. «Se continuate succederà lo stesso, voi state distruggendo la storia del vostro Paese» ha detto rivolgendosi alla popolazione di as-Zawiyah, città situata una cinquantina di chilometri a ovest di Tripoli.

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Tags Correlati: Al Arabiya | Alitalia | Al Qaeda | Aviazione Militare | Ben Ali | Ben Guerdane | Croce Rossa | Fabrizio Caccia | Fao | Farnesina | Jay Carney | Libia | Ministero degli affari Esteri | Muammar Gheddafi | Osama Bin Laden | Philip Crowley | Politica | Roma | Roma (squadra) | Sheba | Sliman Bouchuiguir | Trasporti e viabilità | Tripoli | Tunisia | Vincenzo Schioppa | Zuara

 

Al Qaeda si schiera a fianco dei dimostranti anti-regime
Il gruppo di Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) ha peraltro assicurato effettivamente il suo sostegno ai manifestanti libici, promettendo di fare tutto il possibile per sostenere la rivolta contro il leader libico. In un comunicato pubblicato online si legge: «Siamo addolorati dalla carneficina e dai vili massacri perpetrati dall'assassino di innocenti Gheddafi contro la nostra gente e i musulmani disarmati che si sono levati contro la sua oppressione e la sua tirannia. Facciamo appello ai musulmani libici perchè abbiano fermezza e pazienza, e li incitiamo a continuare la propria battaglia e rivoluzione per cacciare il tiranno criminale».

La Svizzera congela i beni della famiglia Gheddafi
La Svizzera ha deciso di bloccare con "effetto immediato" i beni che potrebbe essere presenti nella Confederazione elvetica del colonnello libico Muammar Gheddafi e della sua famiglia. Lo ha annunciato il governo svizzero che nei giorni scorsi aveva preso un'analoga decisioni nei confronti dell'ex rais egiziano Mubarak e del presidente tunisino destituito Ben Ali. «Per evitare ogni abuso di fondi pubblici (libici) - si legge in una nota del ministero degli Esteri svizzero - il Consiglio federale (governo) ha deciso oggi di congelare con effetto immediato tutti gli eventuali beni di Muammar Gheddafi e della sua famiglia». Questa decisione è stata presa per «evitare ogni rischio di sviamento di beni libici presenti in Svizzera» ha aggiunto sottolineando che ha «effetto da oggi e valida per tre anni».

Malmenati giornalisti italiani
Un gruppo di giornalisti italiani sono stati bloccati e controllati da un gruppo di miliziani governativi sull'autostrada che va dall'aeroporto a Tripoli e uno di loro, Fabrizio Caccia del Corriere della Sera, è stato anche schiaffeggiato e preso a calci quando ha detto di essere italiano. Dopo un controllo brusco sono stati rilasciati e hanno potuto raggiungere un albergo della capitale. Appresa la notizia, la Farnesina ha impartito istruzioni all'ambasciatore a Tripoli, Vincenzo Schioppa, di compiere un formale passo di protesta presso le autorità libiche.

Manifestanti feriti uccisi negli ospedali
Intanto non cessa la violenza dell'esercito e dei mercenari nei confronti della popolazione civile. Esponenti dei «comitati rivoluzionari» al soldo di Gheddafi hanno fatto irruzione persino negli ospedali di Tripoli per uccidere i feriti che hanno manifestato contro il regime. Lo ha riferito una fonte medica, citata da Sliman Bouchuiguir, segretario generale della Lega libica per i diritti umani. «Hanno portato via i cadaveri - ha proseguito la fonte - per farli scomparire, forse per bruciarli, perchè sanno che si stanno avvicinando giornalisti stranieri. I medici, che si sono opposti, sono stati minacciati. È avvenuto ieri e l'altro ieri».

A Zawia, a 50 chilometri a ovest di Tripoli, «è un massacro».
Diverse voci, un ex ufficiale all'emittente Al Arabiya e testimoni via Twitter, descrivono quanto sta accadendo nella città, dove le forze fedeli a Muammar Gheddafi hanno lanciato in queste ore un'offensiva militare scagliando missili contro il minareto della moschea nella quale era radunato un gruppo di rivoltosi che chiedeva la fine di Gheddafi. Il bilancio è di 40 morti e decine di feriti. I miliziani pro Gheddafi - hanno reso noto testimoni ad un sito arabo - stanno bombardando con i cannoni, e sparando con armi automatiche contro i migliaia di civili che stanno manifestano per strada.

Mercenari in marcia per sostenere il rais
Migliaia di mercenari e miliziani africani si stanno dirigendo intanto verso Tripoli per portare rinforzi al leader libico Muammar Gheddafi. «Su ogni cellulare arriva un messaggio relativo a una grande manifestazione di protesta per venerdì a Tripoli» dice un testimone locale, aggiungendo che il discorso minaccioso del colonnello dei giorni scorsi ha portato la determinazione dei rivoltosi al 100 percento. Violenti scontri si sono verificati nelle ultime notti anche nella città di Sabratha, 80 chilometri a ovest di Tripoli, dove si trova un importante sito archeologico romano. In questa località, riferiscono testimoni locali, ci sarebbe un massiccio dispiegamento di mercenari stranieri che uccisono tutti quelli che si oppongono a Gheddafi.

Alitalia sospende i voli
La compagnia aerea italiana, in linea con quanto deciso da altre compagnie, ha sospeso i voli di linea su Tripoli fino a che non saranno ripristinate le necessarie condizioni operative. All'aeroporto di Tripoli è compromessa la possibilità per i passeggeri di raggiungere i gate d'imbarco, non funzionano i collegamenti telefonici interni e internazionali, sono a rischio le misure di sicurezza e i servizi di handling e di assistenza.

Due aerei militari per rimpatriare gli italiani
Due aerei C-130 dell'Aeronautica militare sono giunti in Libia per procedere alle operazioni di rimpatrio di alcuni degli italiani che ne hanno fatto richiesta. Uno dei due aerei è atterrato a Tripoli. Il secondo aereo è atterrato invece a Sheba, dove sta procedendo alle operazioni di imbarco di decine di italiani. La Ue intanto - ha detto un portavoce della Commissione - sta cercando un appoggio navale militare per fare rientrare a casa le migliaia di cittadini europei che ancora sono in Libia.

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