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Maroni: dalla Ue subito 25 milioni di euro per l'ondata di immigrazione dalla Libia, io ne ho chiesti 100

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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2011 alle ore 11:28.

«L'aiuto finanziario é stato promesso dalla commissaria. Lei ha parlato di un fondo di 25 milioni di euro, io ne ho chiesti 100 immediatamente». Lo riferisce il ministro dell'Interno Roberto Maroni, nel corso di una conferenza a Bruxelles. «Non é una questione di cassa, cioé se non ci danno i soldi non facciamo quello che dobbiamo fare - ha precisato Maroni - ma il punto é relativo al fatto che uno stato membro che interviene in una situazione di emergenza spendendo un sacco di soldi lo fa anche a nome e per conto dell'Unione europea. Quindi ha diritto a un equo risarcimento. Questo punto di principio mi pare chesia stato colto, poi vediamo quanti soldi. Ma non é quello il problema, é il riconoscimento del principio».

Dalla Libia, ha ribadito Maroni, può arrivare un'ondata di immigrazione di «proporzioni catastrofiche» e l'Europa non può «lasciare l'Italia da sola». Questa mattina all'arrivo al Consiglio europeo Affari interni a Bruxelles, Maroni aveva lanciato un appello ai colleghi dell'Ue affinché mostrassero solidarietà nell'affrontare le conseguenze della rivolta in Libia.

Evitare che la Libia si trasformi in un nuovo Afghanistan
«Evitare che la Libia si trasformi in un nuovo Afghanistan a due passi da noi»: è la priorità che secondo il ministro degli Interni Roberto Maroni deve essere affrontata dall'Europa, anche se «purtroppo la prima occasione sarà solo il 24/25 marzo, al prossimo vertice dei capi di stato e di governo». I controlli delle partenze di migranti dalle coste libiche, ha detto Maroni, verso le coste del sud Europa «sono azzerati».

Nessuna solidarietà da parte di alcuni Stati
«Alcuni ministri europei oggi hanno espresso chiusura totale al principio dello smistamento dei richiedenti asilo che potrebbero arrivare sulle nostre coste dopo la crisi in Libia»., ha detto Maroni, sottolineando che «non è solidarietà dire all'Italia e agli altri paesi mediterranei che sono affari vostri». Maroni ha chiesto anche «una posizione comune sull'asilo politico» e di dividerne i costi fra tutti i paesi. Ma il ministro dell'Immigrazione svedese, Tobias Billstrom, ha fatto notare come il suo paese, che ha solo 9 milioni di abitanti, lo scorso anno ha concesso asilo a 32 mila persone, mentre l'Italia, un paese di 53 milioni di residenti, chiede aiuto dopo che sulle sue coste sono sbarcati solo 5mila tunisini. Fonti diplomatiche evidenziamo molti dubbi dei paesi membri sull'allarme lanciato dall'Italia. «Stanno gridando al lupo, al lupo! Si parla di una crisi umanitaria potenziale e non di qualcosa concretamente in atto». Ma per Maroni non c'è «nessuna esagerazione nel dire che esiste il rischio di una catastrofe umanitaria» in Libia.

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È un'emergenza umanitaria
Il ministro ha ricordato che «ciò che sta accadendo nel Mediterraneo non è solo un problema per l'Italia e per gli altri paesi dell'area, ma è un problema per l'Europa e per il mondo. È un'emergenza umanitaria, e occorrono tutte le misure per far fronte a una situazione catastrofica. L'Italia non può essere lasciata sola».

Secondo Frontex fino a un milione e mezzo di potenziali profughi dalla Libia
Maroni ha ricordato questa mattina le cifre provenienti da fonti dell'agenzia Frontex per la sorveglianza delle frontiere Ue, secondo le quali in Libia vi sarebbero da 500mila 1,5 milioni di cittadini non libici, e quindi di potenziali profughi nel caso in cui si aggravasse la guerra civile. «L'invasione di un milione e mezzo di profughi metterebbe in ginocchio qualunque stato. Noi chiediamo la solidarietà dell'Ue nell'accoglienza e nella situazione che potrebbe eventualmente crearsi per i profughi».Il ministro ha anche osservato che «esiste il pericolo Al Qaida».

Indispensabile costituire un Fondo per l'emergenza
«Tutti dicono di essere pronti, ma bisogna passare dalle dichiarazioni alle azioni: si deve costituire il Fondo di solidarietà per attuare le iniziative che noi dei sei paesi del Mediterraneo (Italia, Francia, Spagna, Grecia, Cipro, Malta) abbiamo proposto per affrontare l'emergenza Nord Africa». Il ministro ha ricordato poi i risultati della riunione di ieri a Roma con i colleghi degli altri paesi mediterranei: nella riunione «noi abbiamo fatto delle richieste, che abbiamo poi presentato all'Ue, dalla costituzione di un fondo straordinario per l'emergenza umanitaria all'accettazione del principio del "burden sharing" (ripartizione degli oneri, ndr). Il modello sociale europeo si fonda sul principio di solidarietà, e prevede che quando uno stato membro è in difficoltà gli altri stati membri lo aiutano». (N.Co.)

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