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Yara Gambirasio uccisa a coltellate, trovata la sim del cellulare. Il dolore e la rabbia su Facebook

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2011 alle ore 17:31.

Importanti sviluppi nella giornata di domenica sul caso Yara Gambirasio. La ragazza, ritrovato sabato sera in un campo a Ponte San Pietro a una decina di chilometri da Brembate di sopra (Bergamo), è stata colpita dal suo assassino con almeno sei coltellate, alcune delle quali inferte con molta violenza. È quanto emerge in base a fonti qualificate che stanno indagando sulla morte della tredicenne di Brembate. L'esame del cadavere avrebbe evidenziato una ferita alla gola, una al polso e ben quattro alla schiena, una delle quali molto profonda all'altezza dei reni. L'ipotesi è che la ragazza sia stata prima colpita al collo, poi al polso, mentre cercava di difendersi, e infine alla schiena. Yara potrebbe essere stata uccisa nell'immediatezza della sua scomparsa: la stessa sera del 26 novembre, probabilmente, o nelle ore immediatamente successive. Un'ipotesi che avrebbe trovato conferme dal primo esame effettuato sul cadavere dagli uomini della polizia scientifica e dal medico legale: i capelli della tredicenne, infatti, erano ancora legati con lo stesso elastico rosso che indossava la sera in cui è scomparsa.

Non è la sola novità. «Sono state trovate cose importantissime»: con queste poche parole il questore di Bergamo Vincenzo Ricciardi riassume l'esito dei rilievi effettuati attorno al corpo di Yara Gambirasio. Si tratterebbe dell'iPod della ragazza e della sim card e la batteria del del cellulare (mentre il telefonino, un Lg nero, non è stato rintracciato). Sul posto sono stati trovati anche diversi effetti personali della ragazza, tra cui le chiavi di casa, che saranno sottoposti ad analisi tecniche e scientifiche alla ricerca di tracce utili per risalire a chi l'ha uccisa.

La cella telefonica
Gli investigatori acquisiranno i dati registrati dalla cella telefonica che copre il campo di Chignolo d'Isola, dove ieri è stato trovato il cadavere della tredicenne. L'accertamento ha uno scopo preciso: individuare tutti i telefoni che si sono agganciati alla cella di Chignolo sia la sera del 26 novembre, giorno della scomparsa di Yara, sia nei giorni immediatamente successivi. Servirà, inoltre, a verificare se tra tutti i telefoni che hanno agganciato la cella di Chignolo d'Isola in quelle ore, ve ne siano uno o più che verso le 18:30 del 26 novembre - giorno della scomparsa - ha agganciato la cella di Brembate che copre la zona dove si trova la palestra da cui Yara è uscita senza più fare ritorno a casa.

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Il riconoscimento
Nella mattinata di domenica i genitori Mara e Fulvio hanno effettuato all'istituto di medicina legale di Milano il riconoscimento del cadavere della ragazzina. Al riconoscimento era presente anche l'anatomopatologa Cristina Cattaneo, che già ieri era stata presente al ritrovamento della salma. I genitori non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Sempre all'Istituto di Milano sarà effettuata domani l'autopsia, alla quale parteciperanno anche un genetista e un patologo. Il corpo della ragazzina è in pessime condizioni, in parte mummificato e in parte ridotto a scheletro, forse a causa degli attacchi di qualche piccolo animale. Chi l'ha visto ieri lo ha descritto come disteso sulla schiena con le braccia all'indietro, abbandonato tra le sterpaglie.

Yara identificata dai vestiti e dall'apparecchio ai denti
Yara è stata identificata ieri grazie ai vestiti. Il corpo è infatti in avanzato stato di decomposizione e soltanto i vestiti - identici a quelli che Yara indossava la sera della scomparsa - hanno consentito l'identificazione. Il riconoscimento del corpo di Yara è avvenuto anche grazie al rinvenimento dell'apparecchio per ortodonzia che la giovane aveva. Lo si è appreso da fonte qualificata delle forze dell'ordine. Un particolare questo che, unito all'abbigliamento, ha convinto gli investigatori di trovarsi di fronte al cadavere della ragazzina.

Dolore e rabbia su Facebook e Twitter
Sono tantissimi i messaggi su Facebook al "Gruppo per trovare Yara Gambirasio". La rabbia si alterna al dolore. E tra i molti non mancano quelli disposti a fare una giustizia sommaria. Anche sugli altri social network come Twitter, c'è chi lancia proposte shock: «Dateli a noi, non ci fidiamo più dei giudici».

«Ci siamo noi per vendicarti, troveremo quell'uomo e rimpiangerà tutto», «Trovate l'assassino di Yara e datelo alla comunità, che sapremo cosa farne, perch‚ e facile prenderlo e metterlo in carcere al caldo e con i pasti pronti», «Datelo a noi, non ci fidiamo più della giustizia, gli daranno l'infermità mentale a quella bestia»: sono alcuni dei commenti più duri lasciati sulla pagina di Facebook dedicata a Yara Gambirasio, che al momento ospita centinaia di commenti, e si arricchisce di minuto in minuto. Oltre all'affetto verso la piccola ritrovata morta, oggi è la rabbia a orientare i post della comunità del web, che arriva ad invocare una «giustizia del popolo».

«Non ho parole piccola Yara, questi crimini non si devono giudicare in tribunale, perché si sa come vanno a finire! Io sarei per la giustizia del popolo o al limite una pena di morte con sofferenza», «Nel nostro Paese la giustizia è decisamente inesistente, ai colpevoli non verrà fatto nulla». Ancora, su Twitter, in pochi minuti viene ritrasmesso molte volte il post «Povera piccola Yara. Ci vorrebbe la pena di morte, altro che storie!!!».

Ma c'è anche chi ha offeso la memoria di Yara, come riportato dall'associazione Meter. Per questo, il vicepresidente della commissione Antimafia Fabio Granataha «già denunciato alle autorità competenti un gruppo di Facebook che attraverso un link sta oltraggiando la piccola Yara, pubblicizzando il suo nome e il suo volto attraverso una finta locandina cinematografica definendo la ragazzina Zombie». Per Granata, «è un barbaro segnale di cinismo atroce che va represso nel modo più rigoroso e immediato. Ecco l'Italia a cosa si sta riducendo: nessun rispetto neanche per la più triste e atroce delle storie».

Il vescovo: momento oscuro
«Questi non sono gesti frutto del destino, ma frutto dell'uomo. Non vogliamo alimentare alcun tipo di vendetta, ma sappiamo che questo momento è oscuro»: questo il commento del vescovo di Bergamo Francesco Beschi all'omicidio di Yara Gambirasio. Intervistato da un'emittente locale a margine di un incontro pubblico, monsignor Beschi (che aveva contattato più volte la famiglia Gambirasio in passato e ha celebrato la Messa di Brembate Sopra a Santo Stefano) ha dichiarato: «Non vogliamo sottrarci al dolore con parole di consolazione che non sono capaci di consolare nessuno, ma vogliamo stare dentro a questo dolore. Yara non l'abbiamo perduta: è diventata segno di una comunità. Sto con la sua famiglia e con il loro dolore. Ho condiviso l'attesa e ora voglio stare vicino a loro non con le parole ma con la preghiera».

Domani fiaccolata a Brembate
In molti stiano portando dei fiori davanti alla casa della famiglia Gambirasio. Al ritorno dall'istituto di medicina legale i genitori avevano trovato una rosa bianca, un orsacchiotto e un peluche. Hanno preso questi due oggetti e li hanno portati in casa, ma poi hanno chiesto ai vigili e ai poliziotti che presidiano l'accesso alla loro strada di invitare chi eventualmente vuole lasciare un fiore o un biglietto a deporli fuori dalla loro strada chiusa.

«Sono molto provati, adesso vorrebbero chiudersi nel loro dolore e elaborare da soli questa disgrazia». Lo ha detto il sindaco di Brembate, Diego Locatelli, che ha sentito il padre e la madre di Yara al ritorno da Milano. «Per loro quel momento - ha detto ancora il sindaco - è stato davvero pesante, ma tutto il paese è rimasto colpito da questa disgrazia». Locatelli ha aggiunto che ancora non è stato deciso il lutto cittadino. «Dobbiamo vedere come sono i tempi dopo l'autopsia di domani - ha spiegato -, poi decideremo cosa fare».

Domani sera si svolgerà una fiaccolata che era già stata organizzata qualche giorno fa, prima ancora del ritrovamento del corpo della 13enne. Secondo il programma, il corteo partirà alle 20:15 dalla chiesa parrocchiale per arrivare alla Santella dei Mortini del Roccolo, storico punto di riferimento per il paese nei casi di calamità. Qui sarà celebrata una Messa. Preghiere per Yara si sono svolte oggi in molte chiese della provincia di Bergamo.

Cadavere trovato da un passante con il cane
Secondo quanto si apprende, la zona, non distante da alcuni capannoni industriali, sarebbe stata battuta nei mesi scorsi dalle squadre di soccorso e non si esclude quindi che il corpo sia stato portato sul luogo del ritrovamento in tempi più recenti. A trovarlo una persona che passava nella zona. A trovare il corpo è stato un abitante della zona che stava portando il cane a passeggio.

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