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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2011 alle ore 09:41.
Anche nei momenti più tragici non sa dissimulare i suoi tratti da autentico narciso. Mentre la guerra civile infuria il leader libico Muammar Gheddafi in un'intervista a Christiane Amanpour della Abc ha detto che tutto il popolo lo ama e che morirebbero per proteggerlo. Il Colonnello ha anche azzardato di «non aver visto manifestazioni contro di lui per le strade di Tripoli». Lo ha riferito con un messaggio via twitter la stessa Amanpour. Il leader libico, secondo quanto riferito dal Liveblog della Bbc, ha dichiarato poi di essersi sentito tradito dagli Stati Uniti (che «forse vogliono occuparci») e da alcuni paesi occidentali con i quali aveva costruito relazioni negli ultimi anni e li ha accusati di aver tentato di colonizzare la Libia.
Bombardata la Cirenaica
Gli aerei dell'aviazione libica hanno effettuato nel pomeriggio un bombardamento sulla Cirenaica liberata, nei pressi della città di Ajdaya, a 170 chilometri da Bengasi. I ribelli hanno risposto con due colpi di contraerea sui caccia militari. Ci sono stati dei danni ed è la prima volta, dalla liberazione di Bengasi, che gli aerei militari di Gheddafi attaccano gli insorti. La notizia è stata riferita in diretta dal nostro inviato Roberto Bongiorni che è sul posto ed ha assistito al bombardamento assieme ad altri due giornalisti italiani, Stefano Citati de Il Fatto e Pietro Del Re di Repubbblica.
Raid aerei anche a Bengasi
Depositi di munizioni in zone sotto il controllo della rivolta nell'est della Libia sono stati bersagliati da raid aerei condotti da forze del leader Muammar Gheddafi. Lo hanno riferito fonti concordanti a Bengasi.
Mentre gli aerei bombardano il colonnello nomina capo negoziatore
L'ex capo dell'intelligence libica all'estero, Bouzid Durda, è stato incaricato da Gheddafi di negoziare con i capi della rivolta. Lo ha riferito la televisione araba al Jazeera.
Negli Usa concelati beni per 30 miliardi
Il Tesoro Usa - si è saputo in serata - ha ordinato il blocco di titoli e contanti detenuti da libici per un totale di 30 miliardi di dollari. A renderlo noto è stato un funzionario del Tesoro. Secondo la CNN si tratta della più grande operazione di blocco di beni mai effettuata dal governo degli Stati Uniti. I fondi, riporta l'emittente televisiva americana, appartengono a esponenti del governo libico. Obama aveva firmato venerdì un decreto presidenziale che imponeva aspre sanzioni a Tripoli, bloccando i beni e le transazioni collegabili al Paese nordafricano: da quando il documento è stato siglato il totale è appunto arrivato a circa 30 miliardi di dollari. Le indicazioni del Tesoro arrivano mentre i governi stranieri accelerano gli sforzi per bloccare le violenze in Libia. Gli Stati Uniti stanno inoltre riposizionando le forze navali e aeree attorno al Paese, alimentando la pressione sul leader libico Muammar Gheddafi: il segretario di Stato Hillary Clinton da Ginevra ha detto che le forze navali potrebbero essere utilizzate per missioni umanitarie e di soccorso.