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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2011 alle ore 06:36.
Un fatto è certo: la compartecipazione all'Iva, che ha sostituito in extremis quella all'Irpef in un ruolo da protagonista nelle entrate federaliste dei sindaci, è l'unico passaggio della riforma che manca di una relazione tecnica. Chi pensa che questa sia una questione burocratica è fuori strada: a mancare, fino ad ora, sono i numeri, e il problema non è da poco visto che l'Iva ai sindaci dovrebbe essere una delle voci chiave dei bilanci comunali di quest'anno. Che cosa spiega questo silenzio, alla vigilia dell'arrivo del testo sulle entrate comunali alla camera per l'ultimo passaggio parlamentare prima dell'approvazione definitiva?
Centro e periferia nel nodo fiscale della territorialità
L'impossibile sfida del gettito mancato al Sud (di Giancarlo Pola)
Un po' di cronaca aiuta a capire. La nuova compartecipazione è entrata nel testo nelle concitate ore di trattative che hanno preceduto il voto del 3 febbraio in bicamerale, nello sfortunato tentativo di strappare una maggioranza che non è arrivata. Ai sindaci, secondo quanto prevede il comma scritto in tutta fretta prima del pareggio a San Macuto e ritoccato prima dell'ultimo voto in Senato, dovrebbe arrivare l'Iva prodotta dai consumi registrati nella provincia di appartenenza, e distribuita fra i comuni della provincia in base al loro numero di abitanti. Nei prossimi anni, poi, il meccanismo dovrebbe affinarsi, fino ad attribuire a ogni comune il gettito realizzato dai consumi effettivi del proprio territorio, individuati grazie a un set di indicatori economico-statistici.
L'obiettivo appare ambizioso, anche troppo visto lo stato di conoscenze attuali sulle dinamiche territoriali dell'imposta: i dati noti finora sono quelli delle dichiarazioni, che però non assegnano al gettito una "targa" certa perché se un piemontese va a Milano a comprare uno stereo o un divano l'Iva dei suoi acquisti è assegnata alla Lombardia. In pratica la geografia delle dichiarazioni favorisce le regioni "esportatrici", e questo spiega in parte l'entità del primato che Lazio e Lombardia vantano rispetto agli altri territori (si veda sul punto l'intervento di Alberto Zanardi pubblicato sul Sole 24 Ore di venerdì scorso).
L'Iva da assegnare ai sindaci