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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2011 alle ore 12:23.

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Controffensiva di Gheddafi nell'est della Libia. L'Onu: folla enorme al confine con la TunisiaControffensiva di Gheddafi nell'est della Libia. L'Onu: folla enorme al confine con la Tunisia

«Berlusconi ha detto che non controllo la Libia? Io gli rispondo che la famiglia Gheddafi è la Libia». Lo ha detto il leader libico Muammar Gheddafi nel suo discorso fiume ai delegati dell'Assemblea popolare libica, in occasione del 34/esimo anniversario della proclamazione della Jamahiriya (Repubblica delle masse).

Intanto e forze fedeli al Colonnello sono passate all'offensiva nell'est del paese, finora saldamente in mano ai ribelli, attaccando la località di Brega, 200 chilometri a sud di Bengasi, dove sono in corso violenti combattimenti. La città ha importanti impianti petroliferi e di gas. A metà pomeriggio un aereo ha sganciato due bombe sulla città, mentre le persone a terra sparavano e gettavano tutto quel che potevano contro il velivolo. Nella città si è combattuto per ore. Alla fine gli insorti hanno detto di aver finalmente sospinto gli uomini di Gheddafi fuori dalla città, al termine di una giornata di caotici scontri. Le forze di Gheddafi hanno anche sferrato un attacco aereo su Ajdabiya, 40 chilometri da Brega; un testimone ha raccontato che è stato preso di mira un deposito di armi, già colpito anche due giorni fa, ma i residenti hanno invece raccontato che è stata colpita una ex base militare nei pressi della città.

Intanto, mentre l'Onu vaglia l'ipotesi della creazione di una no-fly zone, due unità della Marina statunitense sono entrate nel canale di Suez e dovrebbero giungere in serata nel Mediterraneo. Inoltre il procuratore della Corte penale internazionale, Luis Moreno-Ocampo, ha deciso l'apertura di un'inchiesta formale sui crimini commessi in Libia dal 15 febbraio scorso.

«Non c'è equilibrio tra le nostre forze e quelle di Gheddafi». I ribelli libici chiedono aiuto all'Onu (di Gianandrea Gaiani)

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Gheddafi riappare in tv
«Dal 1977 ho consegnato il potere alle commissioni del popolo libico», ha detto Gheddafi partecipando con i suoi sostenitori a Tripoli al trentaquattresimo anniversario «dell'instaurazione dell'autorità del popolo», come è stato definito dalla televisione libica, manifestazione alla quale è stata invitata anche la stampa. Quello di oggi è il terzo intervento televisivo del leader libico dall'inizio della rivolta nel paese.

Il Colonnello, rivolgendosi alla comunità internazionale, ha rivendicato la specificità del sistema politico libico. «Non siamo un regime presidenziale, il nostro sistema è diverso, tutto il potere è nelle mani dei comitati popolari» ha proseguito Gheddafi. «Il popolo è la guida del paese», ha aggiunto. Il Colonnello ha quindi rivendicato il suo ruolo nell'accordo di risarcimento con l'Italia per il colonialismo: «Non dimenticate che ho costretto l'Italia a scusarsi e a pagare per 20 anni 4 miliardi ogni anno». Il rais libico sostiene che la produzione di greggio nel paese sia ai minimi a causa di Al Qaeda, e minaccia di sostituire le compagnie petrolifere occidentali con quelle cinesi e indiane».

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