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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2011 alle ore 09:40.

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Gheddafi accusa l'Occidente di complotto colonialista. Obama-Cameron: no fly zone allo studioGheddafi accusa l'Occidente di complotto colonialista. Obama-Cameron: no fly zone allo studio

Ignorati i giornalisti stranieri
Gheddafi è comparso all'Hotel Rixos di Tripoli, dove alloggiano quasi tutti i giornalisti stranieri, con l'iniziale intenzione di concedere un'intervista. Invece, vestito con una tunica nera e con un turbante color ocra, il colonnello ha attraversato la folla di reporter assiepati nella hall senza rispondere alle loro domande e alzando le braccia con i pugni chiusi in segno di vittoria.

Continuano gli scontri
Intanto sul terreno continuano violenti combattimenti fra le forze fedeli al rais e i ribelli: la televisione di Stato controllata da Gheddafi ha trasmesso un servizio sulla città di Zawiyah, circa 50 chilometri a ovest di Tripoli, che ha definito come "liberata", cioè riconquistata dal regime. Il regime libico ha dispiegato carri armati e decine di pick-up carichi di militari per riconquistare la città, sotto assedio da giorni. Colpi di cannone e forti esplosioni si sono udite oggi anche nella zona a ovest di Ras Lanuf, importante hub petrolifero nell'est del Paese, dove i ribelli tentano da giorni di avanzare verso Ben Jawad, circa 30 chilometri più a ovest. Ben Jawad è stata riconquistata domenica scorsa dalle forze del regime di Muammar Gheddafi.

Obama, Cameron, Clinton
Ieri il presidente americano Barack Obama e il premier britannico David Cameron hanno discusso di Libia e hanno ribadito che una no-fly zone è fra le misure allo studio da parte dei due Paesi e dei loro alleati. «Il presidente e il primo ministro si sono trovati d'accordo sulla prosecuzione della pianificazione, anche alla Nato, di tutta la gamma di possibili risposte» alla crisi libica, cioè «sorveglianza, assistenza umanitaria, applicazione dell'embargo sulle armi, e no-fly zone», ha precisato la Casa Bianca in una nota. E in un'intervista a Sky News, il segretario di Stato Hillary Clinton ha confermato che la 'no fly zone' non deve essere un'operazione Usa ma dell'intera comunità internazionale. «Penso che questa decisione debba essere presa dall'Onu», ha commentato. Ma difficilmente sarà accontentata.

Riunione informale dei ministri Nato
Un accordo formale sulla no fly zone in Libia è l'obiettivo riconosciuto ma non dichiarato, della riunione informale dei ministri della Difesa della Nato, che si terrà domani e venerdì a Bruxelles. La 'no fly zone' è un'operazione militare. Su questo ormai convengono tutti: gli americani, gli europei, la Nato, lo stesso Gheddafi. Sembra l'opzione più probabile, con o senza il mandato dell'Onu. Che non sia una decisione facile da prendere ormai è chiaro. Francia e Gran Bretagna, con il sostegno di Washington, stanno lavorando a una bozza di risoluzione da presentare la Consiglio di sicurezza. Ma le possibilità che possa venire approvata sono, al momento, davvero poche. Russia e Cina sono contrarie a un uso della forza. Non a caso in queste ore il vicepresidente Usa, Joe Biden, è impegnato in una difficile missione a Mosca con l'obiettivo di superare le divergenze sul dossier Libia.

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