Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2011 alle ore 19:26.

My24

Due venerdì fa Zawaya era stata espugnata. Da qualche giorno Zawiya è tornata nelle mani delle milizie del rais. Ora rischia di cadere anche Misurata, l'ultimo avamposto degli insorti tra Tripoli e il fronte orientale. Misurata, 300mila abitanti, la terza città della Libia. Se dovessero strapparla agli insorti, le milizie di Gheddafi potrebbero poi dirottare altre forze sul fronte orientale.

La scuola elementare di Erteka, a 15 minuti dal centro, è ancora gremita. Perché le donne di Bengasi non rinunciano alla speranza. Sono ancora lì, in fila, a preparare i 2mila sandwich da inviare ai loro figli sul fronte. Operaie accanto a manager di azienda, donne ricoperte dal niqab – macchie di inchiostro da cui affiorano solo gli occhi – accanto a giovani con jeans più attillati (tutte hanno però il capo coperto dal velo. A rimestare nelle grandi pignatte riso e fagioli. A pregare che i loro figli sul fronte non si trasformino in martiri della rivoluzione. Chi ha già perso i figli in battaglia, e' ancora qui, a cucinare per i figli della vicina.

Le notizie non sono buone. Eppure, nell'ora della preghiera serale la piazza si rianima. Migliaia di dimostranti si radunano lanciando slogan contro Gheddafi. Al grido di "Dio è grande" sventolano bandiere francesi. Ringraziano Parigi, il primo e finora solo governo che ha riconosciuto il Comitato nazionale, il governo de facto della Cirenaica. Altri urlano al cielo: «Vogliamo la 'no-fly zone» «Ci serve l'aiuto dell'Onu». Quando ci guardano, ci chiedono: «Cosa aspettate a intervenire? Come possiamo combattere armati di khalasnikov contro i carri armati e gi aerei?».

Tutti sanno che Gheddafi non rinuncerà alla sua avanzata. Sanno che la resa dei conti potrà trasformarsi in un bagno di sangue. Ma tutti promettono di essere pronti al martirio. «Se io muoio mio fratello riprenderà il mio posto. E se muore lui lo faranno i miei vicini», ci aveva detto un giovane volontario al principale checkpoint della città.

La solidarietà tra i volontari è ancora molto forte. Fino a sera convoglio di pick up carichi di combattenti partono per il fronte. Eppure la situazione comincia a deteriorarsi. Il nervosismo è tangibile, l'incubo degli infiltrati rende gli insorti più sospettosi. Senza parlare dei diversi criminali evasi dalle carceri nei giorni della rivolta. per ora nascosti, ma chissà fino a quando.

L'incubo ora sono gli infiltrati del rais. Le spie che potrebbero destabilizzare la più anarchica delle città africane. «State attenti, guardatevi le spalle, denunciate ai comitati ogni movimento sospetto», ripetono alcuni anziani per mezzo di un megafono. Un timore fondato. Il misterioso agguato alla truope di al Jazeera, sabato sera (un cameraman morto), è un pessimo segnale.

Shopping24

Dai nostri archivi