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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2011 alle ore 09:06.

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Una barca con 16 persone a bordo è stata scortata da una motovedetta della Capitaneria di porto al molo di Lampedusa. Un'altra imbarcazione è stata avvistata molto distante dall'isola, a circa 40 miglia, da un velivolo della Guardia di finanza. Il centro di accoglienza di Lampedusa è stracolmo di migranti: ve ne sono oltre 2.629 a fronte di un limite di 850 posti. I responsabili stanno valutando di spostare gruppi di persone in altre strutture sull'isola come i locali dell'Area marina protetta e la «Casa della fraternità» della parrocchia di Lampedusa.

Sono anche previsti dei trasferimenti dall'isola verso altri Cie ma non è ancora chiaro quando saranno trasferiti gli extracomunitari e il numero delle persone che lasceranno Lampedusa. La situazione è di estrema difficoltà anche perché stamani la nave traghetto della Siremar non è arrivata e pertanto non sarà possibile un trasferimento via mare, mentre i ponti aerei possono spostare una quantità di migranti irrisoria rispetto alla massa che si affolla nel centro di accoglienza. È stato deciso di sospendere gli ingressi nella struttura e di alloggiare gli stranieri in altri edifici.

Quattrocento persone traslocheranno in mattinata: 200 andranno in locali dell'Area marina protetta, messi a disposizione da Legambiente, ente gestore della riserva, mentre altri 200 saranno ospiti della «Casa della fraternità» della parrocchia di Lampedusa. Per la giornata di oggi si attendono decine di sbarchi a causa delle buone condizioni del mare e delle notizie provenienti dalla Libia, dove le truppe fedeli al colonnello Gheddafi starebbero riprendendo il controllo dell'intero territorio con l'eccezione della zona di Bengasi.

Nella giornata di ieri i barconi arrivati a Lampedusa sono stati ventuno, per un totale di 1623 persone, tra le quali sei donne e sei bambini. Lo riferisce il comando generale delle Capitanerie di porto, secondo cui sono «queste le cifre di una intensa attività di sbarchi, che ha richiesto l'assistenza costante della Guardia costiera e della Guardia di Finanza, con l'intervento anche di diversi soccorsi».

Affonda un barcone al largo della Tunisia
Alcuni immigrati tunisini sbarcati ieri pomeriggio a Lampedusa hanno anche riferito di un barcone che sarebbe affondato nel Canale di Sicilia, carico di una quarantina di persone. Dopo l'affondamento, secondo quanto riferito dai maghrebini giunti a Lampedusa, alcuni naufraghi sarebbero stati soccorsi da un altro barcone, ma per gli altri non ci sarebbe stato nulla da fare. Un confronto con le autorità tunisine ha permesso di accertare l'affondamento del barcone, che si sarebbe ribaltato quasi subito dopo la partenza, quasi certamente ancor prima di uscire dalle acque territoriali della Tunisia. Il barcone era partito domenica sera intorno alle 21, il naufragio è avvenuto dopo circa un paio d'ore e gli occupanti, uno ad uno, sono stati sommersi dalle acque fatta eccezione per i cinque ragazzi poi testimoni a Lampedusa, che sono riusciti a farsi notare questa mattina, riuscendo a sopportare la notte nuotando in mare.

Il Comune di Lampedusa: «Difendiamo l'immagine dell'isola»
«In relazione alle continue notizie stampa circa i supposti sbarchi a Lampedusa, l'amministrazione comunale precisa che nella maggior parte dei casi si tratta di recuperi a distanza varia, tra i cinquanta e le cento miglia marine di distanza dall'arcipelago delle Pelagie». Lo scrive in una nota l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Bernardino De Rubeis, che prosegue: «La precisazione non ha un valore solo lessicale poiché la differenza incide sull'immagine complessiva dell'isola che vive prevalentemente di turismo dieci mesi all'anno e che si sta preparando alla stagione convinta che la prossima sarà migliore di quella precedente, che ha registrato un successo inatteso. La differenza tra sbarchi e recuperi è fondamentale. Nel concetto di sbarco vi è un immaginario di aggressività, inesistente invece in quello di recupero che invece conferma la tradizione di accoglienza per la quale Lampedusa è medaglia d'oro. I recuperi potrebbero avvenire con destinazione diversa come Malta o direttamente la Sicilia. Avvengono per comodità dello Stato Italiano su Lampedusa, essendo su una rotta di passaggio, dai fenici ai greci, dai romani agli arabi, fino ai giorni nostri. L'isola - continua il comunicato - rimane una terra d'accoglienza e di primo impatto verso un flusso, che pur se consistente, è irrilevante rispetto a quelli più importanti che giungono da altre frontiere». De Rubeis spiega: «Considerato il grande lavoro di solidarietà che sta facendo l'isola per tutta la comunità europea, chiediamo in cambio un'informazione precisa e corretta che non comprometta la stagione».

L'assessore al Turismo Pietro Busetta sottolinea invece che «l'isola rimane tra le destinazioni più sicure del Paese e già sono programmati i voli diretti da ogni parte d'Italia per prenotare una vacanza in quelle che per la trasparenza dell'acqua sono state definite le isole dalle barche volanti o i tropici d'Europa. Se siamo capaci di essere ospitali con gli ospiti non paganti, immaginate cosa faremo con quelli paganti».

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