Election day: non passa l'accorpamento, il radicale Beltrandi salva il governo da un nuovo ko

Marco Beltrandi (Ansa)

Tutto avrebbe immaginato ma non certo quello di passare agli annali di Montecitorio per aver salvato il governo dall'ennesimo ko in due giorni. Perché il no del radicale Marco Beltrandi ha evitato alla maggioranza un pericoloso scivolone stoppando in aula la mozione, firmata da Dario Franceschini, che chiedeva l'accorpamento delle elezioni amministrative con il referendum. Così, con 276 voti contrari e 275 a favore, lo scorporo tra le due partite elettorali, come di fatto aveva deciso l'esecutivo qualche giorno fa, è salvo. Con buona pace di Silvio Berlusconi.

Quindici assenti nelle file del Pdl
Che, però, dovrà certo riflettere sull'incidente di oggi in tempi di rimpasto dalla difficile quadra e di numeri risicati in parlamento. Perché, a ben guardare, il ko in aula si è sfiorato per le tante defezioni nelle file della maggioranza. Ben 15 in quelle del Pdl (13 invece i pidiellini in missione) anche se colpiscono soprattutto i forfait nelle file dei responsabili. Proprio quelli che, davanti allo stallo sul rimpasto, minacciano di disertare le votazioni in aula per protesta contro il mancato riconoscimento del loro apporto. Tradotto: il ritardo del premier nell'assegnare ai componenti del gruppo qualche sottosegretariato come premio della loro fedeltà.

Sei responsabili disertano il voto
Ed ecco quindi che, scorrendo i tabulati parlamentari, si trovano ben sei responsabili assenti al voto di oggi: da Pippo Gianni a Paolo Guzzanti, da Giuseppe Ruvolo a Saverio Romano. Il quasi ministro dell'Agricoltura che, stando agli ultimi rumors, non sembra aver accolto nel migliore dei modi le perplessità manifestate dal Colle sulla sua promozione alla guida del dicastero attualmente in mano a Giancarlo Galan. Insomma, quello di oggi è solo un assaggio di quanto potrebbe accadere se i responsabili decidessero davvero di passare dalle parole ai fatti. (Ce. Do.)

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