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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2011 alle ore 09:25.

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Silvio Berlusconi con Gianni Letta al recente vertice interministeriale sulla situazione in Libia (Lapresse)Silvio Berlusconi con Gianni Letta al recente vertice interministeriale sulla situazione in Libia (Lapresse)

«Accordo organico» con il resto della maggioranza oppure si deciderà come votare in Aula caso per caso. Non solo posti nel governo, ma anche una sorta di programma condiviso: i responsabili – il gruppo dei fuoriusciti da Fli, dall'Idv e da altri partiti formatosi dopo il voto di fiducia del 14 dicembre per soccorrere il governo Berlusconi – alzano ora il prezzo del loro aiuto. Proprio in un momento in cui il caso Libia, con l'intervento anche militare dell'Italia deciso dal consiglio dei ministri di ieri, frena al momento il rimpasto pur promesso dal premier. Ma i responsabili di Moffa e Scilipoti non restano in attesa e insistono con il pressing sul programma: nella prossima assemblea del gruppo sarà redatto un programma con l'intenzione poi di sottoporlo direttamente al premier, che nei giorni scorsi aveva convocato l'intero gruppo per provare a sedare i malumori.

Oggi il premier sarà a Parigi per un vertice internazionale mentre per lunedì è già stata convocata una riunione del consiglio dei ministri per un aggiornamento della situazione libica. La situazione nel paese Nordafricano ha dunque l'effetto immediato di mettere in secondo piano i nodi all'interno della maggioranza: ma anche lontano dai riflettori l'insofferenza del "gruppo dei 29" rischia di aprire una serie di ulteriori problemi al Cavaliere.

E i primi segnali sono già arrivati: la scorsa settimana l'assenza di alcuni deputati vicini a Saverio Romano ha rischiato di mandare sotto la maggioranza sulla mozione del Pd per l'election day, mentre ieri nella riunione delle commissioni congiunte difesa e esteri non è passata inosservata l'assenza dei 4 responsabili. Nonostante il capogruppo Luciano Sardelli si sia affrettato a dare la colpa della mancata presenza al fatto che «molti dei nostri parlamentari sono fuori sede», la spiegazione non convince il resto della maggioranza. La prossima settimana è in agenda un incontro tra i responsabili ed i capigruppo di Pdl e Lega per discutere i provvedimenti in Aula.

A pretendere un riconoscimento ufficiale tra i partiti del centrodestra è soprattutto Saverio Romano. Il coordinatore del Pid che si è visto stoppare la nomina a ministro dell'Agricoltura pochi giorni fa, è sicuramente tra i più irritati: «Il 14 dicembre siamo intervenuti per evitare una crisi al buio e il ribaltone. Oggi – mette in chiaro – c'è una fase nuova e una maggioranza nuova con 10 voti di fiducia in più: è bene che questa maggioranza si articoli anche sulle questioni di governo».

L'idea che i posti vacanti siano assegnati solo ai responsabili lascia perplesso anche Francesco Storace al quale il premier promise, diversi mesi fa, un posto da sottosegretario per uno degli esponenti della Destra: «Se Berlusconi deve accontentare Scilipoti – dice – noi non abbiamo questi problemi, ma credo che Berlusconi sia uomo di parola».

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