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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2011 alle ore 13:47.

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Qualcuno è lecitamente un po' infastidito dalle innumerevoli celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. E non tanto per scarso amor di Patria (qualche volta, anche per questo), quanto soprattutto per il saporaccio strumentale di tante bandierine stampigliate su etichette e scatole. Il mondo del vino non si è dimostrato immune da questo contagio patriottico e tante bottiglie per i 150 anni dell'Unità d'Italia sono state proposte da privati (Allegrini e Zenato, in Veneto, ad esempio), associazioni (Le Città del Vino) ed Enti, come Veronafiere, organizzatore del seguitissimo Vinitaly. Nel mare di occasioni tricolori, dunque, ne peschiamo due dal sapore particolarmente simbolico e una è proprio quella del Vinitaly.

Ne abbiamo seguito la genesi. L'idea è firmata da Ettore Riello, presidente di Veronafiere, che desiderava creare una bottiglia "emblematica", ma anche speciale, dedicata ai 150 anni dell'Unità nazionale. L'annunciò un anno fa al capo dello Stato Giorgio Napolitano durante la sua storica (poiché capitava per la prima volta) visita alla fiera di Verona. Il progetto fu accolto fin da subito in Quirinale con grande entusiasmo e simpaticamente il presidente ringraziò dicendo che non avrebbe preteso neppure esercitato «il diritto della prima bevuta».
In realtà sono due bottiglie, una di vino rosso e una di bianco, ottenute dall'unione di quaranta vitigni autoctoni provenienti da tutte le 20 regioni del nostro paese.

SONDAGGIO/Storico sorpasso del vino bianco sul rosso. Quale preferite?

Per la realizzazione dei due vini è stata creata un'apposita commissione di enologi con a capo Giancarlo Prevarin, presidente di Assoenologi. Quale "panel leader" è stato chiamato il celebre wine-maker Riccardo Cotarella, che ha scelto i blend.

Questi i rossi prescelti: Petit rouge, Barbera, Croatina, Rossese di Dolceacqua, Raboso, Teroldego, Refosco dal peduncolo rosso, Sangiovese, Cesanese di Affile, Sagrantino, Lacrima, Montepulciano, Tintilia, Negroamaro, Aglianico, Aglianico del Vulture, Gaglioppo, Nero d'Avola e Carignano ottenuti in annate comprese tra il 2005 e il 2009 anche affinati in legno. I bianchi: Prié blanc, Cortese, Trebbiano di Lugana, Garganega, Weissburgunder, Friulano, Pignoletto, Vernaccia di San Giminiano, Grechetto, Malvasia, Verdicchio, Trebbiano, Falangina, Giano, Greco, Greco bianco, Grillo e Vermentino della vendemmia 2009 non passati in legno.

Le bottiglie sono state disegnate dall'architetto e designer Aldo Cibic sotto la direzione creativa di Riccardo Facci, fondatore dell'agenzia creativa Facci & Pollini.
I due vini saranno presentati in anteprima al prossimo Vinitaly, a Verona dal 7 all'11 aprile 2011, e saranno poi consegnati al presidente della Repubblica e donati alle massime autorità internazionali. La seconda iniziativa che desideriamo presentare ci tocca da vicino. Infatti anche la rivista diretta da chi scrive - Civiltà del bere -desidera festeggiare l'anniversario, ma a modo suo: piuttosto che ripercorrere gli albori dell'enologia italiana, che di fatto nasceva proprio a fine ottocento, con lo sviluppo delle scienze ampelografiche e con la nascita dei primi vini «scelti» dell'era contemporanea, come Barolo, Chianti e Brunello, desideriamo puntare i riflettori su alcuni protagonisti del vero miracolo vinicolo italiano. Lo abbiamo in vero già fatto, portando alcune di queste aziende in giro per il mondo (Usa, Hong Kong e Tokyo) a fine 2010. Al prossimo Vinitaly, però, organizzeremo una sorta di gran finale e 12 pionieri del made in Italy racconteranno le loro storie di successo, mentre 200 degustatori provenienti da 40 Paesi ne degusteranno i vini-bandiera. Un wine-tasting spettacolare allestito per conto di Veronafiere, la mattina di venerdì 8 aprile.


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