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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2011 alle ore 14:59.

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Fini: «E' doveroso che l'Italia faccia la propria parte»
Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in Libia «è doveroso che l'Italia faccia la propria parte perché chi cerca la libertà possa ottenerla». Lo ha affermato intervenendo a Tolmezzo (Udine) nel corso di un incontro pubblico dedicato ai 150 anni dell'Unità d'Italia.
«Quello che accade nel Mediterraneo - spiega Fini - è la riprova di come non ci possa essere una dittatura per quanto feroce, tale da impedire ai popoli di chiedere e ottenere la propria dignità ». «Per questo - conclude - è doveroso per la comunità internazionale essere dalla parte di quel popolo ed è doveroso che l'Italia debba fare la propria parte perchè chi cerca la libertà possa ottenerla».

Romani: «Sembra la coalizione della prima guerra del Golfo»
La cautela dell'Italia sulla Libia «era necessaria». Il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani lo ha sottolineato per rispondere alle critiche di Pier Ferdinando Casini al Forum di Cernobbio ricordando gli interessi economici in ballo e il fatto che «fino a ieri in Libia c'erano italiani». «Non possiamo responsabilmente affrontare la questione come i francesi: andiamo a bombardare - ha aggiunto -. C'è stata una delibera del Consiglio di sicurezza dell'Onu e responsabilmente il governo italiano, con un'adesione se vogliamo sofferta, ha deciso di partecipare con pari dignità degli altri Paesi europei».
Abu Dhabi e Qatar, ha ricordato, mettono a disposizione i mezzi militari per la no fly zone e «la richiesta su Gheddafi è stata fatta dalla Lega araba e dall'unione africana: sembra la coalizione della prima guerra del Golfo».

Gasparri: «Non si può prescindere dalla questione dei profughi»
«Nella soluzione del conflitto libico l'italia farà responsabilmente la sua parte. E' giusto, come il governo Berlusconi ha fatto, condividere le decisioni dell'Onu e delle organizzazioni internazionali affinché la democrazia e la libertà dei popoli vinca sulla sopraffazione e la violenza. In questo l'Italia avrà un ruolo fino in fondo di primo piano», ha affermato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, che precisa però come esista «un aspetto sul quale vogliamo che le stesse organizzazioni internazionali si esprimano subito e con chiarezza. Un intervento in Libia non può prescindere dalla gestione dei profughi. L'Onu deve farsi carico insieme all'Italia, che è il paese più esposto, del problema degli sbarchi. Quest'ultimo infatti non può essere un onere solo per l'Italia».

Cesa: «Il voto sulla Libia ha segnato un'altra spaccatura nella maggioranza»
«Su un voto cosi delicato e importante come quello sull'intervento in Libia, che richiedeva la massima coesione tra le forze politiche, è emersa l'ennesima grave spaccatura nel governo e nella maggioranza. In queste condizioni, tra le derive della Lega e le pretese dei cosiddetti "Responsabili", non si può governare in maniera credibile un Paese che ormai da un anno è senza una guida». Lo ha detto il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, oggi a Lucca per l'assemblea provinciale del partito.

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