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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2011 alle ore 16:46.

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Iniziano le operazioni militari internazionali sulla Libia e aumenta il livello di attenzione per gli obiettivi sensibili: in particolare aeroporti, porti, stazioni, ambasciate e manifestazioni pubbliche. Lo stabilisce, a causa della crisi di Tripoli, una circolare diramata dal capo della Polizia, Antonio Manganelli, a prefetti e questori. La circolare fa seguito alla riunione di ieri del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dal ministro dell'Interno Maroni.

«Voglio tranquillizzare gli italiani. Le forze armate ieri hanno fatto un esame approfondito e la loro conclusione è che non ci sono armi libiche in grado di raggiungere il territorio italiano». Lo ha detto il presidente del consiglio Silvio Berlusconi dopo il vertice di Parigi.

«Per ora l'Italia metterà a disposizione solo delle basi - ha aggiunto Berlusconi - ma noi siamo disponibili a fornire mezzi» ove richiesto per l'intervento in Libia. Il coordinamento delle operazioni per fronteggiare la crisi libica «credo sarà fissato a Napoli», ha aggiunto.

Il contributo dell'Italia all'intervento militare contro la Libia è per il momento quello di mettere a disposizione della «coalizione dei volenterosi» le sue sette basi aeree: in caso di necessità, successivamente è disponibile ad intervenire direttamente con i propri mezzi.

«Già le basi sono una partecipazioneimportante, indispensabile - ha spiegato il premier - l'Italia per il momento mette a disposizioni le basi. Potrà essere richiesto all'Italia di intervenire ma per il momento abbiamo ancora la speranza che ci possa essere un ripensamento da parte del regime libico e che possa ritenere di sua convenienza porre fine alla repressione».

«Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, é stato informato telefonicamente da Berlusconi sull'andamento e sull'esito della riunione di Parigi. Il Capo dello Stato si é compiaciuto dell'importante intesa raggiunta, per il contributo dato e per l'impegno assunto
dall'Italia». Ne dà notizia un comunicato del Quirinale.

La Russa al Tg1
Per fronteggiare la crisi libica «noi abbiamo già messo a disposizione le basi e, se necessario, sono disponibili gli aerei», in particolare «quattro Tornado con capacità di distruggere radar e postazioni missilistiche» e «sei caccia intercettori, che sono pronti ad alzarsi in volo in 15 minuti». Lo ha detto al Tg1 il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, aggiungendo che «c'e anche la nostra portaerei con a bordo otto aerei». «Come ha confermato oggi il presidente Berlusconi a Parigi, la nostra - ha detto La Russa - è una partecipazione attiva a quella che consideriamo un'iniziativa di tutta la comunità internazionale per dare seguito alla risoluzione dell'Onu. E noi - ha ribadito - non vogliamo consegnare le chiavi di casa nostra ad altri, anche ad amici, ma vogliamo essere partecipi».
«Noi abbiamo la possibilità di fornire assetti utili - ha detto ancora il ministro - per garantire la sopravvivenza di un minimo di speranza di tranquillità alla popolazione libica che in questo momento è fortemente colpita».

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