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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2011 alle ore 13:37.

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Il ministro della Difesa Ignazio La Russa (Afp)Il ministro della Difesa Ignazio La Russa (Afp)

L'Italia continuerà a chiedere che la guida delle operazioni militari in Libia passi sotto il controllo dell'Alleanza atlantica. Ad assicurarlo, in conferenza stampa, subito dopo il Consiglio dei ministri straordinario convocato oggi a Palazzo Chigi sulla crisi libica, è il ministro della Difesa Ignazio La Russa. «Continueremo ad insistere nelle sedi internazionali affinché cappello dell'operazione passi dalla coalizione alla Nato». Insomma, la linea italiana, peraltro rimarcata già stamane dal titolare degli Esteri, Franco Frattini, volato a Bruxelles, non cambia.

Il titolare della Difesa: temo attentati terroristici non missili dalla Libia
Intervenendo poco dopo in una videochat sul sito web del Corriere della sera il ministro ha chiarito che le forze armate di Gheddafi «non dispongono di missili in grado di raggiungere le nostre coste, e anche gli Scud contro Lampedusa finirono in mare: il vero pericolo non è costituito dai missili, ma dagli attentati terroristici libici nel nostro territorio». La Russa ha ricordato quindi che l'attentatore della caserma di Santa Barbara, a Milano, era di origini libiche.

La Russa: non ci sottrarremo a valutazione del Parlamento
Dopo il Cdm il ministro ha chiarito che sulla missione ci sarà un passaggio parlamentare come chiesto oggi dai capigruppo del Pd in Parlamento, ma anche dal terzo polo che, in una nota, sollecita la necessità di un voto delle Camere sulla missione. «Non è ancora fissato il giorno, ma non intendiamo sottrarci alla valutazione delle Camere - ha detto il ministro -. Dal punto di visto giuridico è sufficiente il voto delle commissioni, ma da quello politico è giusto che il Parlamento venga consultato». La Russa ha poi sottolineato che sarà compiuta «una valutazione sulle risposte» da dare se arriverà all'Italia la «richiesta» di «nuovi assetti» da utilizzare durante l'operazione militare contro il regime di Muammar Gheddafi.

Il ministro: abbiamo scelto la strada della moderazione
La Russa ha quindi espresso soddisfazione per il sostegno dell'opposizione, ma ha respinto con forza le accuse di lentezza mosse all'esecutivo da alcuni esponenti del centro-sinistra. «Sono stato contento del fatto che l'opposizione abbia votato con noi la decisione di autorizzare il governo a intervenire per l'applicazione della risoluzione Onu, ma non posso tacere il fatto che da parte dell'opposizione ci è stato contestato di essere stati troppo moderati, di aver aspettato troppo. Il governo e i ministri italiani non sono impazienti». Quanto all'uso della forza il ministro ha detto senza troppi giri di parole che certo «non c'è mai né può esserci mai entusiasmo se l'emergenza ci porta a prevedere l'eventuale uso della forza. Non può esserci contentezza in Italia per il fatto di dover intervenire».

L'ok alla coalizione dopo il fallimento della moral suasion
Ad ogni modo La Russa ha chiarito che l'ingresso italiano nella coalizione dei volenterosi è stato deciso dopo il fallimento della moral suasion nei confronti del Colonnello. «La nostra adesione alla coalizione, che vuole applicare una risoluzione dell'Onu è arrivata dopo un tentativo operato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal governo di moral suasion nei confronti della Libia», ha commentato ancora il ministro. Che ha ribadito come l'Italia abbia scelto «la strada della moderazione, dell'equilibrio, di attendere la risoluzione Onu, per rispettare i dettami della risoluzione stessa volta a proteggere la popolazione libica». Fino a questo momento, ha precisato il ministro, i tornado italiani non hanno effettuato bombardamenti come aveva già chiarito stamane Nicola Scolari, uno dei tre piloti che ieri ha partecipato alla missione italiana contro la Libia.

Calderoli attacca La Russa: è ministro della Difesa, non della Guerra
La partecipazione dell'Italia all'operazione "Odissea all'alba" sta comunque sollevando tensioni e divisioni all'interno della stessa maggioranza con la Lega che, anche oggi, per bocca del ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, ha bacchettato proprio La Russa. «È il ministro della Difesa, non della Guerra» ha commentato ironicamente l'esponente del Carroccio che, in una intervista apparsa sulle colonne di Repubblica, ha bollato l'intervento in Libia come una «operazione neo-colonialista». Il ministro della Difesa ha comunque provato a smorzare i toni. «Non vedo grandi divisioni nella maggioranza. Ho viaggiato con Bossi, Calderoli, Maroni. Ci sono sensibilità diverse, ma tengo a precisare che la Lega non ha frapposto ostacoli, si è limitata a sollevare delle obiezioni».

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