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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2011 alle ore 17:21.

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Sessa Aurunca (CE), ex centrale nucleare del Garigliano. Aprile 2010 (© Giulio Piscitelli / Emblema)Sessa Aurunca (CE), ex centrale nucleare del Garigliano. Aprile 2010 (© Giulio Piscitelli / Emblema)

Domani sul nucleare il Consiglio dei ministri farà «una dichiarazione di moratoria di un anno per quanto riguarda le decisioni e la attivazione di procedure di ricerca di siti delle centrali nucleari in Italia». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani a margine del suo intervento in commissione Industria del Senato sul dlgs sui siti.

La moratoria riguarderà tutto l'iter tranne le procedure per la individuazione del sito per lo stoccaggio delle scorie radioattive. «La nostra volontà - ha detto Romani - è di portare al Consiglio dei ministri quella parte del correttivo che riguarda il deposito nazionale per lo stoccaggio delle scorie perché si tratta di un grande tema di sicurezza».

La moratoria, così, incide su tutto tranne che sulle scorie per le quali l'Italia ha un obbligo da rispettare dettato dall'Unione europea. Il Senato è impegnato oggi nel parere sul decreto legislativo per la localizzazione dei siti la cui delega scade domani. Alla domanda se il governo non porterà allora al Consiglio dei ministri il decreto legislativo, Romani ha risposto: «Di questo stiamo discutendo in queste ore».

«Una scelta saggia e opportuna. Riflettiamo prima di fare» il nucleare. Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso di una lezione agli studenti del liceo Righi di Roma, commenta la notizia di una ipotesi di moratoria di un anno sulla costruzione di nuove centrali, da parte del governo.

La moratoria dell'Italia sul nucleare «è solo un trucco per boicottare i referendum». Ne sono convinti i Verdi che, con il presidente Angelo Bonelli, hanno denunciato come «ogni giorno il governo escogita un trucchetto da baro per sabotare i referendum ed impedire ai cittadini di esprimersi democraticamente sul nucleare: oggi è il turno della moratoria, notizia diffusa ad arte per creare confusione».

Sul referendum Romani ha auspicato invece «che non si decida sull'onda dell'emotività ma sull'onda di un ragionamento e di certezze che dobbiamo dare come governo e come Unione europea».

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