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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2011 alle ore 11:13.

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è convinto che sulla missione italiana in Libia «si sia espressa in Parlamento una convergenza fondamentale nonostante le diversità». E che l'azione che l'Italia sta svolgendo «pienamente dentro la carta delle Nazioni Unite». Il capo dello Stato è tornato così sul voto di ieri in Senato al termine della cerimonia per il 67esimo anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. «È una convergenza fondamentale che esprime - ha aggiunto Napolitano - comprensione della necessità che un Paese come il nostro non restasse indifferente di fronte alla repressione di un moto di libertà e di giustizia sociale scoppiato anche in Libia dopo essere esploso in Tunisia e in Egitto».

Il Colle: Fosse Ardeatine vicenda più emblematica di ferocia nazista
Napolitano ha quindi ricordato la strage compiuta dai nazisti nel 1943. «Le Fosse Ardeatine sono la vicenda più emblematica della ferocia che assunse la presenza nazista in Italia - ha spiegato Napolitano -. Perché in questi 150 anni ci sono anche quelli terribili della seconda guerra mondiale». Quindi il capo dello Stato ha dedicato un pensiero ai molti studenti giunti qui dall'Italia per partecipare all'anniversario. «Vedo molti ragazzi dell'ultima generazione che sono qui con molta serietà comprendendo bene il significato di questa cerimonia che oggi possiamo considerare parte integrante delle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia». Napolitano ha quindi deposto una corona di fiori in onore delle 335 vittime dell'eccidio delle quali sono stati poi letti i nomi. E da ieri ce ne sono due nuovi: Marco Moscati e Salvatore La Rosa, riconosciuti grazie all'esame del Dna a 67 anni di distanza dalla strage. Moscati e La Rosa erano tra le 12 salme non ancora identificate. (Ce. Do.)

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