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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2011 alle ore 12:19.

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Jet libico abbattuto in no fly-zone. Parigi spinge per intervento di terra - Sì di Montecitorio a missioneJet libico abbattuto in no fly-zone. Parigi spinge per intervento di terra - Sì di Montecitorio a missione

È stato raggiunto un compromesso tra gli alleati per affidare il pieno controllo delle operazioni in Libia alla Nato. Lo ha detto prima il ministro degli esteri turco, Akhmed Davotoglu, spiegando che il trasferimento del comando avverrà nel giro di uno o due giorni. Lo hanno confermato fonti diplomatiche della stessa Alleanza. L'accordo è stato raggiunto in una teleconferenza con Francia, Stati Uniti e Gran Bretagn al quinto giorno dell'offensiva degli alleati in Libia.

Grande «soddisfazione» alla Farnesina per l'accordo raggiunto sul comando alla Nato delle operazioni in Libia. «Era esattamente quello che l'Italia chiedeva e anche se si tratta di un'intesa politica preliminare il nostro giudizio è certamente positivo perchè - si osserva alla Farnesina - si tratta di un comando unico che evita una moltiplicazione di comandi».

Caccia francesi abbattono aereo libico in no fly zone

Sul fronte militare, i caccia francesi hanno abbattuto un aereo libico che violava la no fly zone. La situazione rimane sempre molto complicata a Misurata, unica città libica dell'ovest del Paese ancora nelle mani dei ribelli. Le notizie stentano ad arrivare perchè la città, che dista 200 chilometri dalla capitale, è isolata. Una fonte ha riferito che il regime controlla ora il porto, davanti al quale stazionano due navi da guerra e alcune imbarcazioni. Pare che, nella serata di mercoledì, gli attacchi aerei delle truppe occidentali abbiano distrutto i tank di Muammar Gheddafi alla periferia, ma i carri armati all'interno della città non sono ancora stati colpiti. E che le forze fedeli al Colonnello abbiano preso il controllo del porto, lasciando isolati migliaia di egiziani e di lavoratori subsahariani, che cercavano una fuga via mare.

Ieri a Misurata i fedelissimi al rais avevano bombardato l'ospedale della città e alcune case. Ma colpi d'arma da fuoco della contraerea e potenti esplosioni sono stati uditi questa mattina anche a Tripoli, nel sesto giorno dell'operazione Odissea all'alba. Secondo il regime sarebbe stata colpita Tajura, sobborgo residenziale di Tripoli: «I bombardamenti dell'aggressore colonialista hanno provocato un numero importante di morti fra i civili», secondo l'agenzia ufficiale Jana. Alcuni responsabili del regime hanno mostrato ai giornalisti 18 corpi carbonizzati, in un ospedale della capitale: si tratterebbe di militare e civili colpiti nella notte.

Parigi: intervento di terra. Londra: comando alla Nato. Berlino: nuove sanzioni
Intanto continua l'iperattivismo della Francia, paese che ha spinto nel Consiglio di sicurezza per la risoluzione Onu che autorizza l'attacco alla Libia. Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, spiega che l'obiettivo sono i mezzi militari, e raid andranno avanti per il tempo necessario. A questa dichiarazione si è aggiunta quella del ministro francese della Difesa, Gerard Longuet secondo cui la risoluzione 1973 dell'Onu è «estremamente flessibile e permette un intervento di terra». Oggi ci sarà nuovo incontro del Consiglio atlantico dopo l'impasse sul ruolo della Nato e Parigi insisterà perchè la guida politica resti alla coalizione. Anche la cancelliera Angela Merkel è intervenuta sulla questione chiedendo un embargo petrolifero completo di Tripoli.

Intanto il ministro degli esteri britannico William Hague ha detto in una comunicazione alla camera dei Comuni che il passaggio del controllo sulle operazioni in Libia deve passare alla Nato appena possibile. L'Unione europea non potrà accontentarsi della fine delle violenze contro la popolazione civile libica se ciò valesse a mantenere al potere «il dittatore Muammar Gheddafi»: lo ha affermato il viceministro degli Esteri tedesco, Werner Hoyer, auspicando nuove sanzioni contro Tripoli oltre a quelle che entreranno in vigore oggi. «Per questo motivo è necessario continuare con le attività
militari ed è qui che ritengo che l'Ue possa entrare in gioco», ha dichiarato Hoyer, pur ammettendo che «l'effetto delle sanzioni si farà sentire solo più avanti»: «A medio termine, la questione dei flussi di denaro fresco nelle tasche di Gheddafi e del suo clan è un elemento decisivo per le sue possibilità di sopravvivere alla situazione», ha concluso il Viceministro
tedesco.

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