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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2011 alle ore 11:57.

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Allarme rosso a Fukushima (Epa)Allarme rosso a Fukushima (Epa)

TOKYO - A due settimane dalla catastrofe dell'11 marzo, la situazione alla centrale di Fukushima resta «molto grave» e non consente di fare previsioni: parola del premier Naoto Kan al termine di un'altra giornata di allarme, mentre il numero delle vittime accertate ha superato le 10mila (oltre a più di 17mila dispersi). Il governo giapponese si appresta a riconoscere la realtà e ad alzare al livello 6 (un solo gradino sotto Chernobyl) la valutazione della gravità dell'incidente e ha invitato a partire volontariamente anche chi si trova nella "fascia di rispetto" tra i 20 e i 30 chilometri dalla centrale.

Non si tratta ancora di un ordine di evacuazione (formalmente vale ancora la raccomandazione di restare al chiuso), ma ne appare come il primo passo, sia pure motivato - non si sa con quanta sincerità - con esigenze pratiche. Il quotidiano Asahi Shimbun ha fatto due anticipazioni inquietanti: primo, secondo calcoli governativi, le radiazioni che la centrale continua a rilasciare hanno superato quelle di Three Mile Island e raggiunto il livello 6 in base all'International Nuclear and Radiological Event Scale; secondo, la contaminazione del suolo in aree circostanti è salita a livelli comparabili con quelli riscontrati dopo l'incidente di Chernobyl.


Mentre si è riusciti a tornare all'utilizzo di acqua dolce per il raffreddamento del reattore numero 1, a destare ora maggiori preoccupazioni è il numero 3: potrebbero essersi verificati danni al contenitore, alle condotte idriche o alle valvole di connessione. Con una iniziativa che alza le misure precauzionali a un allarme rosso, l'Ambasciata Usa ha cominciato a distribuire pastiglie di iodio potassio non solo ai funzionari, ma anche - senza pubblicizzarlo - ai cittadini americani.


Si aggravano anche le conseguenze economiche del terremoto, tanto che l'agenzia di rating Moody's non esclude che il Pil giapponese chiuda il 2010 con il segno negativo. I flussi commerciali rischiano di restare a lungo sotto pressione: vari armatori internazionali stanno decidendo di tenere alla larga le loro navi dal porto di Tokyo. La popolazione della metropoli rischia di passare sudando la prossima estate: la Tepco ha avvertito che da luglio (quando i condizionatori d'aria spingono la domanda) non ce la farà a far fronte alla richiesta di elettricità. Una minaccia che potrebbe far crollare il tabù dell'ora legale: per risparmiare energia, potrebbe finalmente essere introdotta in un paese finora refrattario all'idea.
Doccia fredda anche per il 23% e oltre di giapponesi adulti che fumano: il monopolista Japan Tabacco ha aspettato la chiusura della Borsa per annunciare che - per le difficoltà a procurarsi materiali - sospenderà mercoledì per 12 giorni la distribuzione di tutti i suoi 97 marchi e che riprenderà gradualmente la commercializzazione solo di 25 brand dall'11 aprile. Le tabaccherie sono state prese d'assalto.


Continua anche la caccia all'acqua minerale, dopo l'accaparramento seguito alla scoperta di mercoledì, in un campione preso in città, di radioattività superiore al massimo previsto per i neonati nell'acqua del rubinetto. A questo proposito, la commissaria Ue alle emergenze, la bulgara Kristalina Georgieva, ha anticipato che il governo nipponico gradirebbe tra l'altro forniture di bottiglie d'acqua (qui l'Italia non farebbe male a proporsi), dopo il primo arrivo (giovedì) di un cargo Lufthansa con 25mila coperte, 2mila materassi e 300 sacchi a pelo offerti da Danimarca, Lituania e Olanda. In una conferenza stampa a Tokyo, la Georgieva ha negato l'apparente «divisione» dell'Europa: solo 13 stati membri su 27 hanno ufficialmente deciso di offrire aiuti attraverso il canale comunitario. Altri procedono in ordine sparso. L'Italia ha deciso di proclamare il 2011 "Anno dell'amicizia e della solidarietà con il Giappone" e il 5 aprile le aziende del made in Italy terranno un vertice alla Farnesina per coordinare il loro contributo.


Solo domani, però, arriverà a Tokyo un team della protezione civile per verificare cosa desideri il governo giapponese, che a dire il vero è parso snobbare gli europei (forse irritato da certe posizioni allarmistiche, in particolare dei francesi). La Commissione ha offerto 10 milioni di euro, mentre 4,5 milioni sono arrivati da alcuni stati membri alla Croce rossa nipponica. Il maggior regalo è stato ventilato ieri al vertice europeo: il «potenziale avvio» di negoziati per un accordo di libero scambio al vertice bilaterale di maggio. Sempre però a condizione che Tokyo affronti il problema delle barriere non tariffarie e apra alle imprese internazionali il settore degli appalti pubblici.

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